lunedì 5 settembre 2011

Andrea Gianessi – La via della seta (Recensione)

Andrea Giannesi albumOgni volta ci si stupisce, ogni volta si prende atto e ci si rallegra di quanti “aviatori di parole e suoni” mai stampati su cd esistano e pure in buonissima salute; Andrea Gianessi n’è l’esempio chiaro, la sua è una grande e bella responsabilità quando si mette testardamente in testa - specialmodo con il suo “La via della seta” – di servirci un piccolo capolavoro, e capolavoro è.

Un disco di viaggio nel viaggio, oltre steccati sonici, dentro il calore umano di un trasvolo che fa slalom tra oriente ed occidente, nord e sud che danzano e diventano piano piano fluide modalità di stupore e una moderna esigenza di scovare nuovi filoni di una nuova forma cantautorale, un chill out di parole e suoni “evoluto” particolarmente cool.

Tanti i bagliori e le scintille che illuminano questo trip tutto nostrano, tabla, cajon e darbouka che dondolano sensuali tra flautismi targati anni settanta, bouzouki e violini, e proprio dagli anni settanta sembra venire fuori questo lavoro di Gianessi la spina dorsale di una scrittura concettuale a confine dei non confini, qualcosa che riunisce in un’estrema delicatezza armonica i nostri primi “esploratori” come Sorrenti, Yuri Camisasca, le visioni del primo Napoli Centrale e gli ipnotismi intellettuali di Battiato; non un mero recupero di luminescenze mantriche o d’essenze e profumi che tramutano il suono in momenti di passaggio tra un dire e fare, ma una favola moderna che interpreta l’esigenza primaria di “raccontare e quasi tramandare” il completismo della migrazione delle sonorità che poi sono un tutt’uno con l’umanità e la saggezza.

Tecnica ineccepibile e grazia macroscopica, sono queste le credenziali straordinarie che gestiscono il registrato, e che finiscono per gestire dolcemente anche voi che avete posato l’orecchio sulle onde sociali domate dal soffio del flauto traverso “Precari a Primavera”, “Effetti collaterali dal sapore inconfondibile degli Aktuala di Maioli, il paso-doble di un oriente effervescente “Profeti stanchi”, l’intimità drogata di balsami desertici “Re di spazi infiniti” o bacini sensuali che si piegano alla lussuria di un sogno infinito “La prima onda”.

L’opera di Gianessi è una bellezza sia nella compostezza che nella visionarietà, undici tracce come scritte a dorso di dromedario o d’elefante, che ondulano ed ogni tanto stallono come le carlinghe che tracciano vie mai disegnate sui cieli dell’immaginazione reale; fatevi girare la testa dentro questo bel disco, un volo immaginifico di questa portata non è cosa di tutti i giorni credetemi.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Reincanto Dischi 2011

1 comments:

Giancarlo Passarella ha detto...

Concordo con quello che ha scritto Max: ha colto le varie sfumature di questo disco di Andrea Gianessi... in tutti i suoi colori!

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