giovedì 2 febbraio 2012

Toxic coma - Satan rising (Recensione)

Toxic coma - Satan risingBrian Erickson, originario statunitense di Denver in Colorado, personaggio chiave dell'electro-industrial statunitense, inizia negli anni '90 un percorso musicale ispirato da un lato dalla goa-trance di Juno Reactor, dall'altro dall'electro-industrial "di casa sua", in particolar modo quella scuola canadese capeggiata dai Front Line Assembly e dagli onnipresenti Skinny Puppy. Il ragazzo trova altri componenti per iniziare la sua avventura e brevetta sotto la sigla Velvet Acid Christ la sua formula di techno/electro-industrial, che successivamente abbandonerà e che, nel frattempo, di disco in disco, alternerà sotto VAC e sotto Toxic Coma, il suo side project dedicato alla sperimentazione. E in questa sede, con Satan Rising, Erickson realizza la sua prima produzione sotto Metropolis, dando un'aura di maggiore ufficialità al progetto. Già ad un primo ascolto vengono in mente due dischi epocali: Transmissions di Juno Reactor e Too dark park degli Skinny Puppy. Quello di Satan rising è un concept sul Dark side of the music, sulla necessità della presenza dell'oscurità, ciò che rende possibile il proliferare di tutto quello che appartiene alla notte: La generazione del ballo sfrenato nelle discoteche, l'abuso delle droghe, le perversioni "Darkness is vital to the light". E se questo è il mondo, Erickson lo apostrofa dando un titolo volutamente iperbolico al suo album e alle tracce contenute. Come sempre il musicista vuole scioccare la società americana ricorrendo ad una simbologia dissacrante, l'approccio statunitense alla musica industriale è molto differente da quello nord-europeo, molto più fisico e molto meno mistico. Erickson salta subito al punto: sua è la volontà di creare un disco molto ritmico, duro, sognante ma soprattutto alienante, e che possibilmente sia vagamente ballabile nelle dancefloor del settore, nonostante io creda che questo non sia il caso. Se Erickson ha voluto dare una impronta più commerciale al lavoro, egli ha fallito nella sua missione di vendere qualche copia in più, anzi ne venderà ancora meno. L'artista è un alienato sin dai tempi dei suoi dischi di debutto, e, nonostante abbia chiuso i ponti con la droga e sia approdato alla filosofia vegan, riesce a rendere, a differenza di molti dei suoi colleghi, ancora molto bene quell'atmosfera di "fuori di sè e dal mondo" che ci trasporta nei futuri distopici narrati da una musica senza testo ma prepotentemente infarcita di samples. Musicalmente si potrebbe riassumere il discorso descrivendo questa musica come ritmicamente a metà tra la goa-trance e il new beat ma soprattutto sampling-oriented. E' la pratica consacrata dagli Skinny Puppy di Nivek Ogre e portata all'eccesso, da Satanic pate a Cinnabons, già presente nel disco precedente sotto Toxic Coma, opportunamente rivisitata. L'atmosfera generale si pone a metà tra un'impronta irrisoria e allo stesso tempo techno-oriented. Tale è il disco e tale è il suo compito: un viaggio lisergico nei meandri della follia distopica. Non ci è dato sapere quanto Erickson sia tuttora coinvolto e vittima dei suoi folli sogni lontano (a suo dire) dagli abusi e dalle paranoie, resta il fatto che, qualora la sua sia emulazione di sè stesso, riesce ancora terribilmente bene ed è un disco consigliatissimo a chi vuole scoprire nuove dimensioni...per un po. Solo in cuffia.

Voto: ◆◆◆
Label: Metropolis records


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