giovedì 29 maggio 2014

Gazebo Penguins/Johnny Mox - Santa Massenza Split (Recensione)

C'è roba nuova e bella in circolazione: Santa Massenza è lo split uscito il 10 Maggio per To Lose La Track e Woodworm Label, che vede Gazebo Penguins e Johnny Mox dividersi 4 tracce e due racconti. Wikipedia mi informa che la Santa in questione da il nome a un carinissimo villaggio trentino pieno di distillerie di grappa (quasi quasi ho voglia di andarci, dai).. le foto mi sembrano suggestive, ci do un'occhiata mentre procedo all'ascolto dell'ep. 

L'idea del disco abbinato ai racconti mi ha subito conquistata: unire prosa e poesia, musica e parole, un connubio artistico che impegna l'ascoltatore su due fronti diversi, interessandolo e incuriosendolo, e da un senso più completo al messaggio di tutto il lavoro. Che non è felice, non è positivo ma va bene così.. il primo pezzo, "Riposa in piedi", trasuda dolore e sofferenza da ogni singolo accordo. Sbatte in faccia una verità che la testa conosce bene ma il cuore nel suo profondo rifiuta e allontana: "Vorrei spiegarti la difficoltà di chiamarla col suo nome. Dovrei usarla, ma non riesco mai, la parola fine. La paura della parola fine". Quella vera, che non conosce ritorno. Anche l'altro pezzo, "Aspetteremo", ruota attorno allo stesso tema. I due brani parlano di un qualcosa che tocca una o due o molte volte nella vita ognuno di noi: la perdita di una persona cara. E la musica dei Gazebo scorre come un fiume in piena carico di ricordi e dialoghi, lacrime non versate e spezzoni di vita. Nel racconto, scritto da Capra, intitolato anch'esso Riposa in piedi è ben chiaro tutto. Le parole scritte quasi di getto ma ben calibrate raccontano la storia di suo fratello Roberto, morto in un incidente d'auto. Non so per quanto tempo si sia tenuto dentro tutto questo, ma è davvero ammirevole la scelta di voler condividere con tutti il proprio dolore, che è unico e personale ma anche di tutti, perchè forse la musica può aiutare ad accettarla con più serenità la parola "fine". 

All'ascolto dei due brani di Johnny Mox invece mi approccio con un orecchio molto meno esperto (purtroppo) rispetto alle arie dei pinguini. "Hollow prayers" e "Oh reverend" hanno una certa atmosfera di sacralità e misticismo del XXI° secolo supportata però da chitarre importanti e riff tirati. Hollow Prayers è quasi una corsa contro il tempo, con le voci che si soprappongono e le urla e te che non riesci a star fermo sul "Hey! Right click + empty". Il secondo pezzo invece si appoggia invece su un ritmo più cantilenante, tipo messa nera del rock'n'roll o preghiera al demonio. "Ride, ridin' on a razor, sweep catch me on the map" suona un filino inquietante ma alla fine non puoi far altro che muovere la testa a ritmo anche tu, catturato dalle atmosfere decadenti e spaziose. Due pezzi con un bel tiro, forti: un sabba con le streghe e i Raige against the machine. Il racconto abbinato non è da meno: ambientato proprio in quel Trentino dove si trovano Santa Massenza, Johnny Mox e le distillerie, narra la storia (vera!) di due folli cugini e il loro patto di sangue per guadagnare un miliardo di lire. Non vi svelo altro, sperando di invogliarvi a leggere.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: To Lose La Track + Woodworm Label

Ascolta lo split qui
Leggi i racconti qua







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