
I principali riferimenti si possono rintracciare con molta probabilità in bands come No Means No, Trans Am, Cop Shoot Cop, Kraftwerk e persino in certa elettronica di casa Warp, ma il giochino dei rimandi ad altri nomi si rompe subito, in quanto l'alchimia sonora si attesta qualitativamente ben al di sopra del piano delle semplici citazioni. Gli Appaloosa, infatti, si confermano ancora una volta come una realtà tanto matura sotto l'aspetto tecnico quanto stilistico.
Il post-core matematico, il noise e l'elettronica minimale rimangono in ogni caso tra i caratteri distintivi della band, con contaminazioni che, riassumendo grossolanamente, vanno dalla disco all' idm passando attraverso funk, psichedelia di derivazione kraut-rock, industrial, folk, techno e hip hop. Passare in rassegna ogni singolo episodio credo non serva se non a depotenziare l'effetto di un album in cui non c'è davvero nulla da lasciare in disparte. Semmai, ognuno potrà eleggerne alcuni come suoi favoriti come io ho fatto con Lulì, Ciompo Wonder Vs Nellano, Tito e Western, pezzi che preferisco però conservare all'interno di un mosaico da ascoltare nell'insieme. Magari guardando e riguardando l'ottimo artwork in bianco e nero stile hard-core, ideato dalla band e realizzato da Jacopo Lietti con le istantanee che Sara Corso ha scattato durante una sorta di showcase, tenutosi nel covo degli Appaloosa alla presenza di energumeni ben selezionati.
"The Worst of Saturday Night" oltre ad essere un disco notevole da annoverare tra i migliori dell'anno in corso, potrebbe adeguatamente prestarsi a fare da colonna sonora per i giorni tumultuosi che sembrano aspettarci; una catartica riot-music del terzo millennio. Nel frattempo, è meglio non farsi trovare impreparati.
Ah, un consiglio: sul palco questi quattro individui sanno mettere in funzione una vera e propria macchina da guerra ben oliata; a buon intenditor...
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Black Candy
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