
Il cantautore palermitano, sguardo da nerd intellettuale e Smithiano tricologicamente parlando, viaggia dentro e fuori storie urbane ed intime, mette su un teatrino fresco e innovativo dove il suo raccontare è terra franca di semplicità e verità, ma tutto imbastito col filo rosso della simpatia tagliente dell’ironia e di quella “verginità” artistica che rende dolce e tenera anche un’innocua virgola o sospensione, amabile il giusto e frenetica altrettanto; disco dicevamo pixellato di pop, wave, piccoli schizzi elettrici e di una mole emozionale che ce lo fa subito amare e adottare come una stupenda conferma discografica.
Carnesi sa essere coinvolgente nello shuffle-dance Ottantiano “Medusa”, il Rino di sempre “Forma mentis”, “Levati”, “Mi sono perso a Zanzibar” che vede la presenza di Brunori Sas, un salto nel Southern danzereccio “Mr. Robinson”, quattro salti alla corte dei Cure “Ho poca fantasia” e lo spiritello di Battiato che fa atmosfera in “Moleskine”, una tracklist dall’effetto incondizionato che è già evoluzione di un certo cantautorato “col + “ e che a poco invaderà il nostro sentire allargato.
Lontano per ora dal grande circus mediatico, Carnesi non avrà difficoltà a ritagliarsi un buon metro quadro nella consorteria di chi ama la musica, quella nuova e vera. Ed è già una scommessa che odora d’alloro.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Malintenti Dischi
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