Che il rap italiano non stia
passando uno dei suoi periodi più felici è innegabile e le cause
sono molteplici. Tra queste, sicuramente una marcata
autoreferenzialità che, se certamente tipica dell'ambiente marchiato
a doppia H, non sembra controbilanciata al momento da una sufficiente
proposta qualitativa sul territorio della nostra penisola. Sono in
pochi, oggi come oggi, coloro in grado di offrire nuovi spunti
veicolando con intelligenza, stile e flow messaggi di critica
sociale, tormenti interiori e contraddizioni, rabbia e paure, amori,
transitorie vie di fuga e visioni rivoluzionarie. Ci prova Daniel
Mendoza, veterano della scena rap - 'vengo
dai tempi del nastro' – con questo suo ultimo lavoro nel quale ha
immesso un bel carico di passione, supportato da grooves efficaci che
spesso richiamano alla West Coast di Evidence e Dilated People. Una
passione intensa e ben calibrata che si avverte chiaramente sin dall'iniziale title-track Boomerang
e che contraddistingue ogni rima dell'album. Ma è anche una passione
che spesso presenta come seconda faccia della medaglia una certa dose
di ingenuità. Come nel caso di Indie Revolution,
nel quale si annuncia con forza l'inizio di una rivoluzione, quella della
produzione discografica di stampo indie, dimenticando però che il
rap italiano è stato forgiato già parecchio tempo fa nelle fucine
delle etichette indipendenti e dell'autoproduzione, ovvero sin dai
suoi esordi databili all'inizio degli anni 90, grazie a realtà come
Onda Rossa Posse e Isola Posse All Stars in primis. E se nello stesso
pezzo si afferma di fare 'rap di qualità che fa controinformazione',
pur non mettendo in dubbio la qualità delle rime di cui Daniel Mendoza è un abile architetto, di
controinformazione nell'album non c'è quasi traccia. Certo, brani di
critica come L'Italia non è
e L'Arte di adattarsi,
tra i migliori del disco, hanno la capacità di stimolare
l'immaginario di chi ascolta ma non scavano più a fondo di quanto
possa fare un'istantanea scattata sullo status quo. Rimane anche
difficile capire, al di là di qualsivoglia parental advisory, perchè
"Boomerang"
si debba considerare 'musica per adulti' come si afferma più volte in
Trentadue Perchè, nel
quale le domande che si pongono Daniel Mendoza e Kenzie Kenzei
sembrerebbero appartene ad una sfera adolescenziale piuttosto che ad
una più adulta. Diverso da tutti gli altri, La Porta
dell'Inferno si distingue per i suoi toni scuri ed apocalittici e
potrebbe attestarsi come uno dei brani migliori dell'opera, se non
fosse per il truce featuring di Profeta Matto, davvero difficile da
digerire, e per alcuni riferimenti alla cronaca nera che tanto hanno
ingrassato gli avvoltoi mediatici e dei quali proprio non si sentiva
la mancanza.
In
definitiva, riflettendo sulle rime di Un Nuovo Patto
D'Amore, rimane incontestabile
la profonda e sincera devozione di Daniel Mendoza per la sua musica,
sicuramente un atto d'amore che però, citando Dal Secolo
Scorso, 'non basta mai'.
Label: Street Label Records
1 comments:
trovo un pò troppo cinica questa recensione. Per carità, frutto di un ascolto da parte del redattore e quindi di idee personali ed incontestabili però (se posso permettermi),avendo ascoltato (ed ascoltando tutt'ora) "boomerang" ed avendolo potuto apprezzare a fondo, non mi trovo d'accordo.Non che sia obbligatorio, sia chiaro ma io ho trovato "boomerang", un disco interessante e profondo ,frutto dell'esperienza di anni, di un ragazzo ,ormai non più tale ,ma definitivamente uomo che pur non distaccandosi del tutto dalle concettualità di pezzi come ANTIRAPPER ,nemmeno li rinnega ma anzi li evolve nella sua nuova dimensione umana. Trovo incantevole il pezzo "yellow rose" che insieme ad " un nuovo patto d'amore " sono i mie pezzi preferiti.Forse, l'unico neo che ho trovato anche io è la feat di profeta matto ,non tanto per profeta che è così e ben si sa ma solo xchè a volte, la tematica "illuminati",sembra ossessiva e la metrica poi può piacere o meno ,a seconda dei gusti.Devo dire che io ho promosso a pieni voti "BOOMERANG" ,come ho detto a Daniel , in occasione dell'intervista radiofonica che ebbi il piacere di fargli e son sicuro che l'importante, sia il messaggio che l'autore vuol dare nel rap più che in altri generi e che DANIEL MENDOZA , in questo sia maestro.D'altra parte ,tanta esperienza e gavetta, non potevano non portare ad un'ottima maturazione...tutto ciò però ,è solo il mio punto di vista e non vuol essere una critica a chi ha redatto questo articolo... AD MAJORA.
s0cRaTe
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