Il risultato migliore, nella musica elettronica - così come
in qualsiasi genere musicale interamente “strumentale” - si ottiene quando
l’ascolto non soffre la mancanza di parti cantate, ovvero quando la musica
riesce ad esprimere il proprio concetto senza l’ausilio di inutili orpelli
verbali.
Quello che i Caffiero tentano d’inanellare nel proprio disco
d’esordio “Moscagrande” è una sorta di summa dell’età d’oro Warp, vale a dire
gli anni più prolifici di Aphex Twin e le inclinazioni più cervellotiche del
filone electro denominato con il supponente acronimo IDM (ovvero Intelligent
Dance Music), processati sotto una coltre lieve di bassa fedeltà sonora ed
ossessiva reiterazione ritmica, che facilmente sfocia in un tappeto uniforme e monocorde di beat.
Calandosi nelle ipnosi reiterate dei maestri di genere,
questo trio proveniente da Fano scartavetra beat a suon di lo-fi sporco e
sudicio, cercando d’infondere aneliti vitali attraverso l’innesto di chitarre
elettriche, bassi slappati, e voci che in alcuni pezzi bypassate al
campionatore (11 in totale per questo disco autoprodotto che trovate in
download gratuito a questo link ) rasentano il nonsense assoluto, talvolta
accostandosi alle marziali cadenze dei New Order (“Violence in the kitchen”), e
talvolta finendo nell’impasto sonoro, andando a contribuire alle frequenze
disturbate dei beat ossessivi (“3 by the gin”).
Alzando il tiro, questo trio marchigiano riesce a sfiorare
il proprio obiettivo, tenendo bene a mente la cifra stilistica che fa di
"Moscagrande" un disco sì originale e del tutto imprevedibile, ma di respiro difficoltoso se non accostato ad un sopporto visivo o in veste cinematografica, oltre che ad una maggiore
consapevolezza di quali obiettivi sonori puntare in maniera netta e decisa.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Autoprodotto
Label: Autoprodotto
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