Dopo dieci anni, Cattive abitudini restituisce alla scena musicale italiana i Massimo Volume. Abbandonate le esili melodie di Club Privé (1999), la voce di Emidio Clementi ripropone la formula classica del reading già apprezzata negli anni di "Lungo i Bordi" (1996) e "Da qui" (1998).
"Litio", il brano che ha anticipato l'uscita del disco, anche dal punto di vista musicale riparte da dove i Massimo Volume si erano fermati: riff di chitarra aggressivi, ripetuti ossessivamente per tutto il brano, e voce accompagnata da una solida sessione ritmica.
La formazione della band è quella di sempre, con l'arrivo di Stefano Pilia alla seconda chitarra, l'unico ruolo che ha visto diversi avvicendamenti negli anni. Pilia è abile a inserirsi e a dialogare con il terzetto già collaudato: conferme per la chitarra di Eagle Sommacal e la batteria di Vittoria Burattini, probabilmente tra le migliori della loro generazione.
I Massimo Volume applicano una forma canzone particolare, quasi sempre slegata dalla guida di un ritornello. Accanto ai brani più classici per lo stile della band (Robert Lowell, Le nostre ore contate, Invito al massacro, Fausto), in "Cattive Abitudini" ci sono tentativi di dare nuovi elementi alla composizione (dalle campionature di Avevi fretta di andartene alla complessità di Mi piacerebbe ogni tanto averti qui) o nuovi temi narrativi (La bellezza violata e In un mondo dopo il mondo).
Un disco consigliato soprattutto a chi non li ha mai sentiti, e a chi da dieci anni sta aspettando novità sul personaggio ricorrente di Leopoldo Mantovani, protagonista ancora una volta in due nuovi brani. Difficile dire che "Cattive Abitudini" sia un disco pieno di nuove idee, ma c'è tanta qualità.
La formazione della band è quella di sempre, con l'arrivo di Stefano Pilia alla seconda chitarra, l'unico ruolo che ha visto diversi avvicendamenti negli anni. Pilia è abile a inserirsi e a dialogare con il terzetto già collaudato: conferme per la chitarra di Eagle Sommacal e la batteria di Vittoria Burattini, probabilmente tra le migliori della loro generazione.
I Massimo Volume applicano una forma canzone particolare, quasi sempre slegata dalla guida di un ritornello. Accanto ai brani più classici per lo stile della band (Robert Lowell, Le nostre ore contate, Invito al massacro, Fausto), in "Cattive Abitudini" ci sono tentativi di dare nuovi elementi alla composizione (dalle campionature di Avevi fretta di andartene alla complessità di Mi piacerebbe ogni tanto averti qui) o nuovi temi narrativi (La bellezza violata e In un mondo dopo il mondo).
Un disco consigliato soprattutto a chi non li ha mai sentiti, e a chi da dieci anni sta aspettando novità sul personaggio ricorrente di Leopoldo Mantovani, protagonista ancora una volta in due nuovi brani. Difficile dire che "Cattive Abitudini" sia un disco pieno di nuove idee, ma c'è tanta qualità.
Label: La Tempesta Dischi/ Venus
Voto: ◆◆◆◇◇
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