Dio benedica il free download: da
quando questa pratica si è diffusa a macchia d’olio fra le giovani (e non solo)
band le possibilità di scovare qualcosa che valga la pena ascoltare sono
diventate sconfinate, almeno per uno come me che riesce a passare poco tempo al
pc-cellulare e non riesce quindi ad usufruire dei vari
spotify-bandcamp-soundcloud-mianonnaincarriola. Ad esempio i qui presenti
Trompe Le Monde me li sono placidamente scaricati dopo essermi fatto ingolosire
da un brano a caso, quindi me li sono ascoltati con calma viaggiando in
macchina e, alla fine, me ne sono innamorato. Tant’è che se sono qui a parlarne
è per una spontanea vena di condivisione, nella speranza che le mie parole se
le inculi qualcuno e vada ad ascoltarli.
Quello che ho amato fin dal primo
momento di questo power trio strumentale (se si esclude qualche campionamento
qua e là, tipo un estratto di Quinto
Potere in Blob) è la vena cazzara
che anima buona parte del disco: dal momento in cui un basso fuzzato al massimo
entra in gioco nell’iniziale Senza Clienti
si sale su un ottovolante di suoni lisergici e strutture mutevoli, e già il
brano in questione, dopo una corsa forsennata scandita da una batteria incisiva
e da una chitarra che si diverte ad esagerare col wah, si piglia un’improvvisa
pausa dove il rallentamento, complice il basso all’improvviso tentennante, mi
ha lasciato un’impressione di Kyuss
che forse non è il paragone adatto ma uno non è che sta a sindacare sulle
sensazioni: ancora qualche secondo poi e via a tutta manetta verso il finale. Doxa, la traccia seguente, espande
ancora di più questo approccio: segue una linea prestabilita fatta di continui
stop & go alternandola a scatenamenti sempre diversi nelle “strofe”, per
poi finire con gli strumenti che a turno improvvisano su quel che vogliono come
fosse la presentazione dei singoli membri (la chitarra scimmiotta la suoneria
della nokia, tanto per far capire l’andazzo). Delirio, perlopiù ragionato ma
non per questo meno accattivante.
Acufene (Una Stagione All’Inferno) tira fuori il lato più oscuro
della band, lasciando che strofe calme condite da voci di sottofondo quietino l’atmosfera
in attesa delle improvvise sfuriate, momenti in cui l’intenzione ricorda i
migliori Morkobot: il finale,
rilassato, non lascia meno inquieti. Blob
è il brano più conciso, tutto fuzz e potenza, e complice l’inserto da film
accennato in precedenza lascia un piacevole retrogusto di Fuzz Orchestra. Lo stesso andamento sembra seguirlo anche la
successiva Festa Grande Sullo Scivolo A
Spirale, almeno fino a quando non si apre l’ennesimo delirio: da lì in
avanti sono pause di lunghezza casuale e ripetizione del tema iniziale a ciclo
continuo, forse non il migliore modo di terminare un brano con energia da
vendere.
Disfunzione, pezzo con cui si conclude il disco, andrebbe ascoltato
con il video che lo accompagna: partendo con un basso minaccioso e risate di
bambini inquietanti il brano si sviluppa come una disturbante discesa nella
paranoia, che raggiunge l’apice quando la chitarra poco prima del convulso
finale si limita a dissonanti rumori di sottofondo; l’ideale colonna sonora per
un film horror girato da David Lynch.
Tirano spesso la corda i Trompe
Le Monde, ma non si può negare che Ohrwurm sia un disco godibile e pieno zeppo
di idee, intriso di una libertà compositiva che non passa però mai il limite
che la divide dal puro esercizio di stile. Come detto il disco è in free
download quindi non c’è niente che vi impedisca di dare un ascolto a questi sei
brani, a meno che non vi stia sul cazzo.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Brigante Records
Leggi l'intervista: Quando il Vento si fa lisergico
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