mercoledì 23 febbraio 2011

Social Distortion - Hard Times and Nursery Rhymes (Recensione)

Seconda prova sulla distanza lunga dei nuovi distortion del rebirth MIke Ness, per intenderci quello del "mi sono ripreso/ora credo nell'amore/sono un brav'uomo nonostante sono tatuato,ho i denti d'argento e mi facevo le pere".
Essendo un fan totale del sick boy di Fullerton mi compro direttamente il vinile sperando che il contenuto sia almeno pari al precedente "Sex, love and rock'n'roll" del 2004 aspettativa che purtroppo si rivelerà tradita.
Apre il disco la strumentale "Road zombie" inutile intro che cerca di riportare la mente alle atmosfere cupe e ansiose di Prison bound ma non mi faccio prendere per il culo...infatti il disco scorre tutto su alti e bassi clamorosi, tenuto a galla solo dal talento di Ness e dalle trame di chitarra del comprimario Johnny "2Bags" Wickersham ."California (hustle and flow)" sembra un outtake degli Stones di Tattoo You con tanto di cori gospel e voci femminili, il piede si muove e la voce sabbiosa di Mike riesce a strapparmi un sorriso. "Gimme the sweet and lowdown" è un classico pezzo autoplagiato che comunque merita un plauso per il ritornello intimo mentre la spocchia AOR del singalongin' di "Diamond in the rough" è di una noia mortale. "Machine gun Blues" è il tentativo disonesto di fare un pezzo
back in the days sullo stile di mommy's little monster ed è anche il singolo del disco.
Non mancano le ballate ("Bakersfield" e "Writing on the wall") che speravo guidate dallo spirito outlaw di Merle Haggard o Waylon Jennnigs, da sempre idoli di MIke Ness, e che invece risultano figlie scialbe del rock radiofonico 90's. Gli episodi più duri si rivelano poco incisivi ("Can't take it with you" e la cover martoriata di Hank Williams "Alone and foresaken") e quelli di impronta pop-punk intrisi, per la duecentesima volta, della peggior retorica del sopravvissuto ("Still alive") .Un ottimo disco per una qualsiasi band un passo falso per i Social Distortion. Nel caso siate dei novizi della band californiana vi consiglio di andare a rispolverare "Mommy's little monster" per il lato più iconoclasta e punk rock e l'omonimo e "Somewhere between heaven and hell" per quello più roots... quando c'era ancora Dennis Dannell e lo scheletrodi O.C. fumava e beveva ancora.

Label: Epitaph
Voto: ◆◆◇◇◇

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