mercoledì 6 aprile 2011

Young The Giant - Young The Giant (Recensione)

Una sera ascoltavo su una radio britannica un concerto/intervista a PJ Harvey per l'uscita del suo nuovo e strabiliante LET ENGLAND SHAKE… tra una domanda e l'altra il presentatore dice "ascoltiamoci questo nuovo gruppo americano, YOUNG THE GIANT, che sono molto bravi!" e parte "Apartment" con una leggera chitarra a cui si aggiunge una voce decisa e convincente dai toni nostalgici e malinconici (come piacciono a me!).

Che fare dunque? Di corsa a cercare l'album, già uscito in US e disponibile da noi a maggio. Dopo un po' di ricerche riesco ad acquistarlo su ebay e nel frattempo che aspetto la busta contenente il cd, lo scarico.

Di corsa ad ascoltarlo.

12 brani per 50 minuti prodotto dal gruppo stesso assieme a Joe Chicarelli (quello che ha scoperto Tori Amos, ha prodotto alcune tracce dell'ultimo degli Strokes, ha lavorato con Elton John, U2, Beck, The Raconteurs…), Michael Brauer al mixer (Bob Dylan, Coldplay, Paul McCartney, Regina Spektor) e il tutto in presa diretta!

Parte la prima traccia, "Apartment", già familiare alle mie orecchie, suoni leggeri di due chitarre sapientemente incastrate, il tutto sorretto da un buon apparato ritmico ( e poi il batterista usa Ludwig!). Secondo pezzo è il primo singlo rilasciato, "My Body", suoni molto curati, una strofa trattenuta che esplode poi nel ritornello (My body tells me no! But I won't quit! I want more! ). A seguire è poi la dolce "I Got", ballata dai suoni eterei e sognanti. Traccia numero 4 è "Cough Syrup", canzone già presente su un EP (Shake My Hand, 2008) precedentemente pubblicato col nome The Jakes, e anche qui si può benissimo dire di trovarsi di fronte ad un altra canzone-hit che si presta ad essere rilasciata come singolo, dai richiami vagamente Coldplay nella parte strumentale. E poi ancora "God Made Man", "12 Fingers", "Strings", "Your Side", "Garandas" . Tutti pezzi a mio avviso sapientemente arrangiati e studiati, ognuno di questi potrebbe diventare un singolo, canzoni di amore, passione, odio e dubbi davanti alla vita. E poi ancora "St. Walker", una canzone dai toni cupi e da un apparato ritmico insolito e che richiama l'attenzione, un misto di disco anni '70 con vaghi richiami Brit anni '80 alla Smiths. Si va poi verso il finale con "Islands" in cui testo, ambientazioni e sentimenti si mischiano: passione, acqua e amore diventano un tutt'uno senza più distinzioni (provare per credere!). Ed eccoci giunti all'ultima traccia, "Guns Out", una delle migliori, batteria ciclica, strumenti che piano piano entrano nelle nostre orecchie, parte la voce: "You'll drive in my car, Just tell me we are going somewhere Where the stars meet the sky And all these pepople with small dreams are looking up at the big screen.. It's so wonderful!".

Giunti qua ci vuole una piccola parentesi sui testi che, secondo il cantante Gadhia, hanno un tema conduttore, quello del "sentimento di isolamento e della surreale felicità verso un'amante". Sempre Gadhia dice che la maggior parte dell'album, come si può notare già dal primo ascolto, trae ispirazione "dal mare e dalla spiaggia, un disco estivo con un suono alla Orange County".

Che dire? Questo primo lavoro di questa giovane band americana è un insieme di grandi pezzi lavorati alla perfezione il tutto condito da una voce calda e sognante, di sicuro uno dei migliori prodotti di quest'anno, quindi dategli almeno un ascolto!

Per chi fosse interessato, dal 2 maggio sarà disponibile in Europa in formato CD, Vinile e Digital Download da Itunes con 3 tracce in più.

Se volete dare subito un ascolto l'album è in streaming sulla loro pagina facebook.

Altra interessante proposta di questo gruppo è l'Open Session che si può trovare su youtube, una performance live all'aperto, sulla spiaggia, in montagna!


Label: Roadrunner

Voto:◆◆◆◆◆





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