Prendete i Massive Attack più scuri, cenni al progressive e alla psichedelia e un pizzico di doom metal; queste le coordinate lungo le quali si muove Sound Wall Project, realtà capitanata dal compositore e tastierista mantovano Andrea Bonizzi, che arriva all'esordio con un album davvero interessante e complessivamente molto promettente. "Monomorphosis" è un lavoro strutturato, denso e ricercato nel quale però non mancano i pezzi dal fascino immediato. C'è da dire, di contro, che l'ascolto dell'intero album risulta infine un po' faticoso e che in alcuni momenti sembra soffrire di un filo di autoindulgenza. La bella voce carica di pathos di Simone Baldini Tosi è sicuramente uno dei punti di forza del progetto ma andrebbe forse dosata in maniera più leggera mentre la dinamica risulta un po' appiattita da un'atmosfera globalmente un po' monocorde. Detto questo "Monomorphosis" possiede un carattere, se non del tutto personale, sicuramente non indifferente, soprattutto se consideriamo il fatto che ci troviamo di fronte ad un'opera prima. Brani come l'iniziale To Bring Me, forse il migliore di tutto l'album, catturano da subito l'attenzione e l'emotività con un impasto perfetto tra ritmo, tessuto armonico ed una voce di ottimo spessore. Stesso discorso per People, altro potenziale singolo, brano drammatico e tormentato che mette bene in evidenza il buon livello nel quale ci siamo imbattutti. Una quota mantenuta anche da Unexpected Lysergic Effects, canzone che vede la partecipazione eccellente di Colin Edwin (Porcupine Tree) al basso fretless. Una presenza, questa del bassista inglese, destinata a diventare un punto fermo nelle prossime produzioni di SWP. Altro episodio ugualmente valido potrebbe essere Frank Is Gone con la sua perfetta atmosfera allucinata e claustofobica se non fosse che negli ultimi 30 secondi il brano subisca un brusco calo per via di un solo di chitarra affatto convincente. A parte Love, l'unica canzone che non sono proprio riuscito ad apprezzare, i restanti brani si attestano ad un'altezza qualitativamente più che discreta. Ad Andrea Bonizzi e soci va il grande merito di aver prodotto un'opera prima molto al di sopra della media, un lavoro di cui raccoglieranno sicuramente i frutti. E' presto per gridare al capolavoro, ma Sound Wall Project viaggia sui binari giusti e non mi stupirebbe se prossimamente sentissimo parlare molto (e bene) di loro.
Voto: ◆◆◆◆◇
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