Uno stupendo viaggio sonoro intorno al mondo brit, al summerset alcaloidoso Beatlesiano e grandi falcate nelle playlist d’estimatori a tutto raggio del beat colorato, di quello che non abbassa mai la guardia – menomale – e tantomeno lo sprint ottimista della sua caratterialità; a proporcelo sono i friulani The Moon, due chitarre e voci, un basso ed una batteria che fanno degli anni sessanta il punto di partenza e delle rivoluzioni sonore di seconda dichiarazione inglese il fuoco d’arrivo da proiettare nel poi, una bellissima circolazione d’arie “around Oasis” che rimane difficilissima ignorarne la presenza e addirittura la dolce potenza.
“Lunatics” è un dieci tracce dove non manca nulla, dalle parallele vocali perfettissime alle chitarre elettriche che impastano, ricamano e completano un sound già di suo tonico e british al 101%, un registrato che tra le righe emana autorevolezza sin dalle prime battute, suoni da viaggi autostradali con loud a palla, ottime simbiosi che illuminano – qua e la – la silhouette androgina di Brian Molko “Rose in the land of tears”, “Summer”, attraversano le strisce pedonali della Abbey Road “Take care”, Long day”, “I just wanna fly”, si fanno un due minuti e ventitré secondi di pogo punkyes “Tetris” e ammorbidiscono l’amaro nella ballatona strappa palinsesto radiofonico “Normal people” che potrebbe far riappacificare i Gallagher Brother’s dietro ad un buon boccale di spumosa Imperial Stout e rutto annesso.
I The Moon appartengono a quello strano precetto che detta che se hai veramente l’arte del suono nel sangue, se hai quell’impronta incastonata nelle corde emozionali della musica, puoi essere tanto o nessuno, ogni tua cosa forgiata nella zucca nasce già capolavoro. Capolavoro derivativo? Capolavoro accomodante? Che vi frega? Questo Lunatics è un capolavoro e basta!
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Shillutti Records
2 comments:
Ottima recensione :-)
E il video è meraviglioso !
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