Ed ecco che giunge finalmente, in questo strano ottobre 2012, Honor Found In Decay, decima fatica discografica dell' immenso gruppo a nome Neurosis (undicesima se includiamo anche il disco realizzato nel 2003 con i Jarboe).
Volendo fare un piccolo riepilogo della loro storia più recente, potremmo dire che questo nuovo nato in casa Neurot Recordings è il degno successore di Given to the Rising che, uscito dopo le sperimentazioni più "post" e ambient di The Sun That Never Sets e The Eye Of Every Storm, aggiunge un bel po' di grinta in più alle loro composizioni riportandoli un po' ai suoni più granitici di Through Silver in Blood e Time of Grace ma senza perdere gli "svarioni" più introspettivi pregni di decadenza e giri ipnotici intessuti in lunghe tracce che facilmente strabordano oltre i 10 minuti.
Il trademark della band si riconosce subito. I suoni sono quelli di sempre, cupi e distorti, accompagnati da Scott Kelly che rigetta sul microfono la sua voce disperata come ormai siamo abituati ad ascoltare da anni.
Già appena dopo qualche secondo dall'inizio di "We all rage in gold", brano di apertura, si intuisce che il disco ha molto da dare a livello emotivo a chi riesce a calarsi totalmente in esso durante l'ascolto, indossandolo. Dopo una partenza che mi sarei aspettato più lenta, ma non per questo deludente, la "lercia" voce di Scott Kelly fa il suo prepotente ingresso senza tradire minimamente le aspettative di chi conosce la band californiana.
Il marciare del disco si fa sempre più intenso lasciando spazio anche a qualche lamento di violino che si lascia accompagnare dall'incedere lento ed inesorabile dei brani che rendono estrema giustizia anche all'"onore trovato nella decadenza", decadenza che la fa da padrona in questo grandioso disco grazie ad introspettive parti di chitarre che sussurrano malinconici arpeggi.
Tracce come "At The Well, My Heart for Deliverance", entrambe con durate importanti, scatenano un turbinio introspettivo e malinconico da lasciare senza fiato, quasi se stessero donando le famose "farfalle nello stomaco" tipiche dell'innamoramento.
"Casting Of The Ages", brano doom per eccellenza di questo album, è a mio avviso la vetta più alta di questo lavorto in quanto rapisce l'ascoltatore come farebbe una mareggiata con una piccola imbarcazione nei suoi 10 minuti e 3 secondi di durata; a donare questa sensazione la combinazione con la precedente "Bleeding the Pigs", quarta traccia del disco, che sembra essere un disperato preludio all'inevitabile che si conclude in un esplosione di suoni distorti e rumori che vanno ad intrecciarsi a parti di batteria che richiamano alla memoria i deliri di Through Silver in Blood.
Anche in "All Is Found... In Time", penultimo brano del disco, l'incedere inesorabile che domina in tutto l'album si palesa in tutta la sua pesantezza aprendo la strada alla conclusiva e cattiva "Raise The Dawn" che funge da colpo di grazia che sfuma in un tappeto orchestrale di pochi archi che disegnano le ultime trame di disperazione del disco.
Insomma, i Neurosis si sono, ancora una volta, riconfermati signori incontrastati di certe ambientazioni, emotive e musicali, tanto care a tutti gli amanti dei vari ISIS, Rosetta, A Storm of Light, e tanti altri sfornando un disco da non perdere assolutamente.
In conclusone, l'unica cosa che posso aggiungere è che Honor Found In Decay è la migliore uscita, in ambito Doom/Post, ma non solo, di questo 2012 che, se davvero fosse l'ultimo come certe predizioni dicono, troverebbe in questo disco la degna colonna sonora per la fine di tutto.
Voto: ◆◆◆◆◆
Label: Neurot Recordings
2 comments:
Il secondo passo falso dei Neurosis dopo Given to the Raising. Che brutto invecchiare
assolutamente d'accordo con la recensione di questa pagina: ennesimo capolavoro in casa Neurosis!! Emozioni a nastro!! Ma non fermatevi ai primi ascolti: i grandi caratteri necessitano di tempo per essere apprezzati. Fidatevi, godrete!
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