La memoria è coscienza raziocinante, ma il ricordo è un fatto di cuore. Questo è un album della memoria, del sapere condiviso di accadimenti faticosi, disagevoli; questo è un lavoro gravoso e molesto, come le vicende a cui il recitato viscerale di Gianmarco Mercati sceglie di dare voce. Dentro ci sono le menzogne consumate sui cieli di Ustica («tutti sapevano tutto, carnefici al servizio dell'occultamento», ''Flight Data Recorder''), il sacrificio cruento di Giancarlo Siani alle connivenze fra camorra e istituzioni («raccontano gli occhi commossi del fratello, non era un eroe, era un giornalista di 26 anni, ma l'unico giornalista ucciso dalla camorra in data 23 settembre 1985» ''Fortapàsc'', dal film omonimo di Marco Risi), le sanguinose dittature sud-americane pilotate a distanza di sicurezza dagli USA («Washington dirigeva la School of Americans di Panama, con il merito, oltre agli altri, di addestrare 50000 ufficiali degli eserciti latino americani; si distinsero, medaglia all'onore, Pinochet in Cile, Stroessner in Paraguay...», ''Undici settembre millenovecentosettantatré''), l'ombra dei bombardieri su Beirut di ''Emilia Paranoica'' e il terrorismo israeliano che costringe a sé tutto il Medio Oriente (''Non tacciano i canti'',''La ballata di Itamar''), la Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana nelle mani di un piduista («l'omicidio di Calvi e l'assassinio nell' '86 dell'''albero svedese'' Olof Palme, io cedo e mi arrendo a un nuovo amore in era di golpe bianco di rose», ''Tessera P2 #1816''). C'è una soglia d'attenzione che va tenuta sveglia, perché dimenticare il male è cancellare la consapevolezza del suo potenziale distruttivo: bisogna ricordare con rabbia, scuotersi da dosso il torpore accomodante e resistere all'indifferenza che tutto appiattisce e zittisce. Bisogna prendere posizione, essere partigiani, faziosi, rifiutare di accondiscendere all'inaccettabile. Pasolini diceva: «Chi non parla è dimenticato»; e ciò di cui non si ha memoria muore, a dispetto del dramma che si porta dentro. I veronesi Ultimo Attuale Corpo Sonoro chiudono nel recinto un documento collettivo prezioso e impegnativo, depurandolo dalla retorica e dal freddo approssimatismo delle cronache mediatiche. E non è semplicemente la portata dei contenuti a fare di 'Io ricordo con rabbia' un album considerevole, né i ricchi riferimenti letterari disseminati - gli umili di Erri De Luca, il senso della lotta di Henry Miller, l'arte militante di Vìctor Jara, e persino la Bibbia (Isaia 62 in ''Non tacciano i canti'')... L'estro lirico che sorregge il lavoro, insieme al furente stridore post-rock degli arrangiamenti, è pulsante, riflettente e doloroso come qualcosa che osiamo chiamare - qui - poesia. «Io, incubo più vivido derubato del suo unico amore a cui le ossa sono state strappate dalla schiena, io ricorderò con rabbia, e sarà cosa necessaria come il mio tremare in resistenza, come la mia animale misericordia, e come il naturale diritto di uomo ad odiare. Io ricordo con rabbia.»
Voto: ◆◆◆◆◆
Label: Manzanilla
Gli Zu a Pescara
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Una data da non perdere quella degli Zu a Pescara! Noi non mancheremo. Di
seguito tutte le info:
Skeptic Agency / Mutiny presentano ///
ZU (IT)
Ipecac ...
9 anni fa
2 comments:
Bel singolo, bel video, bella musica. Bello anche il tema di FLight Data Recorder. Peccato che negli ultimi anni il marasma di artisti che nascono sembrano un po' tutti uguali o almeno...parlano, non cantano, e parlano di politica o società ma lasciano sempre un po' il dubbio personalmente parlando. Spesso diventa davvero difficile capire chi filosofeggia cosi per "farsi figo" e chi invece ha questa capacità innata...cosi a prima vista, mi piace, ma il dubbio mi rimane. Rocky
Un leggero sapore di Massimo Volume, li trovo comunque positivi.
tiziano
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