Secondo album per la band monzese Il Marchese, gruppo che mi aveva lasciato in passato sensazioni contrastanti: se infatti il disco d'esordio Effetto Bukowski mi aveva lasciato piuttosto indifferente è incrociandoli dal vivo che avevo preso coscienza del loro potenziale energico, un potenziale che me li aveva fatti apprezzare più dei loffi The Fire e quasi più anche del Teatro Degli Orrori (Capovilla e soci salvati in corner dai pezzi del primo album sparati tutti in fila in coda al concerto) in una data condivisa coi due gruppi al Live Club di Trezzo Sull'Adda. Ce l'hanno fatta stavolta a portare la magia live su disco? Sì e no...
L'apertura con “1 In 2
@ Bombay” trasmette sensazioni positive, con un sound aggressivo e
cadenze da stoner band, un abito che sembra stargli addosso meglio di
quanto non facesse in passato. Le unghie le tirano fuori con ancora
maggiore convinzione nelle tiratissime “Vv Veloce” e “La
Soluzione”, ma arrivato a metà album rimango sempre meno convinto
della miscela della band. Sarà che la tranquillità di “Luna Bar”
mi palesa davanti agli occhi una somiglianza coi Negrita che la voce
grattata ed i suoni incattiviti mi avevano nascosto, sarà che
“Toilette” mi lascia indifferente sia come testo che come
struttura ma mi godo sempre meno il viaggio sonoro, e la sterile
polemica contro la società italiana di “Pubblicità” mi dà
quasi il colpo di grazia a causa anche di una ripetitività pesante
da digerire nonostante duri solo 3 minuti: non sono certo i primi e
non saranno gli ultimi a prendersela coi luoghi comuni del paese del
sole, ma se devo farmi intortare da dei clichè continuo a preferire
chi me li sa camuffare con testi di alto livello (“Mp Nella Bg”
di Canali e Rossofuoco ad esempio). “Chanel” rimette gli “Il
Marchese” in carreggiata, impreziosita da un testo non epocale ma
piacevole, e la potenza della conclusiva “Z 149” li potrebbe
anche traghettare in modo soddisfacente verso la fine se non fosse
che arriva poco prima la sbandata decisiva con la ballad banalissima
“L'Attesa”, buona per un pubblico che ascolta solamente le 4
canzoni che passa giornalmente Virgin Radio...ma forse sono io ad
essere troppo esigente.
Più convincenti come
potenza ma incastrati in un limbo: Il Marchese è un progetto che
sembra non aver ancora deciso se abbracciare la potenza di fuoco che
si avverte in secondo piano o votarsi al grande pubblico, verso il
quale “Luna Bar” e “L'Attesa” riscontrerebbero sicuramente
buon successo. Che siano consapevoli o meno di questa metà oscura
non posso evitare di giudicarla come ciò che fa precipitare
“Carnivoro” da buon album a disco da ascoltare senza particolari
pretese.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Live Club/Libra
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