Un vetro appannato, con le gocce di pioggia che scivolano giù nell'umidità tremolante di questo eterno pomeriggio.
Fuori fa freddo e il cielo è grigio, carico di una felicità rarefatta come la nebbia che spezza il fiato all'aria immobile. E l'ombra del sole. Timida e ridente, opaco scintillio, ricordo di giorni che piovono giù come macerie grondanti di lacrime argentate. May the sun hit your eyes. Dietro metri cubi d'acqua verde e azzurra, un bagliore rapido che muore sfaldandosi in frammenti di luce vaganti in una discarica assolata.
I The rust and the fury suonano ninnananne per bambini nati già grandi, taglienti e gonfie di cori angelici di cherubini eroinomani e rock'n'roll. Filastrocche di un'innocenza post-moderna ed echi di un carillon di chitarre luccicanti nel cosmo trasparente, dove il più ubriaco vomita stelle. La loro musica ha il calore del sole freddo di mezzanotte, a volte più fioco e inquieto in pezzi come These Days, a volte pulsante di stupita ingenuità come in Roundabouts o Be the one. Fondamentale l'uso delle tastiere (nelle mani di Francesca Lisetto), che infarciscono il quasi perfetto amalgama musicale in alcuni punti e lo sostengono come pilastri di sabbia bagnata in altri, confondendosi nel disordine umido delle voci: fragili mormorii che si innalzano in un atto di creazione universale, per poi tornare a morire strozzati in una Via Lattea di suoni silenti. I The rust and the fury grattano via la ruggine come pelle umana, con la stessa delicatezza scoprono strato dopo strato la meraviglia di una macchina palpitante di vita, la spogliano con fervida immaginazione per poi fare a pezzi e bruciare tutti i suoi abiti inutili, se non nei sogni erotici che rimbalzano nei riflessi delle pozzanghere in strada.
Un'ottimo esordio, di una timidezza titanica e denso di un vuoto arido di tenebre nascoste e singhiozzi di neon. Un vuoto che si riempie della luce vera e frigida dell'eternità di un pomeriggio che muore. Dietro metri cubi d'acqua verdemarina, sbuca un fulgido riflesso. May the sun hit your eyes.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: La Fame Dischi
Un'ottimo esordio, di una timidezza titanica e denso di un vuoto arido di tenebre nascoste e singhiozzi di neon. Un vuoto che si riempie della luce vera e frigida dell'eternità di un pomeriggio che muore. Dietro metri cubi d'acqua verdemarina, sbuca un fulgido riflesso. May the sun hit your eyes.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: La Fame Dischi
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