Già autori di due demo è arrivato per gli Ornaments il momento di fare il passo decisivo verso il vero e proprio esordio discografico. Licenziato dalla Tannen Records (e, in vinile, da una collaborazione tra un fottio di etichette) questo Pneumologic è un disco quasi prettamente strumentale, omaggiato in due pezzi dalle voci di Silvia Donati (“Breath”) e Tommy dei Concrete (“L'Ora Del Corpo Spaccato”), entrambi utilissimi a dare il loro tocco a quelli che sono forse i due brani più particolari all'interno di un'opera che mantiene per gran parte della sua lunghezza una invidiabile coerenza stilistica.
6 brani (“Spirit” può
considerarsi a tutti gli effetti una breve introduzione soft alla
violenza sonora iniziale de “L'Ora Del Corpo Spaccato”) per quasi
un'ora di musica: gli Ornaments si prendono i loro spazi, ma quasi
mai i tempi dilatati di questi brani pesano nelle orecchie
dell'ascoltatore, portato in un viaggio cupo ma non ossessivo che
riecheggia di atmosfere fra i Russian Circles e gli Ufomammut. Dei
primi sembrano debitrici la barocca “Aer” e soprattutto la
successiva “Galeno”, lento dipanarsi di un'atmosfera creata ad
hoc da chitarre malinconiche e batteria da parata in sottofondo che
giunge al suo momento topico con un'esplosione sonora azzeccatissima
e convincente, dei secondi resta un'impressione di potenza sonora qua
e là per il disco, come nella parte iniziale del brano di apertura
“Pulse”, ed un involontario omaggio nella parte di synth
introduttiva della delicatissima “Breath”: il fatto che la
leggiadra voce di Silvia venga coperta dalle distorsioni nel finale
non è un difetto ma amplifica anzi la potenza evocata dagli
strumenti nella conclusione del brano. Se i debiti creativi ci sono
(per quanto ne so gli Ornaments potrebbero non aver mai sentito
nominare prima né i Russian Circles né gli Ufomammut) questi non
ledono minimamente la personalità della band, perfettamente
rappresentata dal brano migliore del lotto “Pneuma”: introdotto
da un riff di chitarra che fa molto disagio post-grunge, il pezzo si
dilata lungo 10 abbondanti minuti di riff esplosivi, arpeggi
melodiosamente cupi e rallentamenti granitici, incastonati alla
perfezione. Se un difetto lo si vuol trovare questo arriva nel
finale: “L'Ora Del Corpo Spaccato” stupisce con l'approccio allo
screamo, merito delle urla su testo da disagio ma è quando ritorna sul terreno dilatato più consono alla band che
il brano perde di mordente, colpa di una progressione più minimale
che non convince appieno.
Sono pochi i gruppi che
riescono a far mantenere all'ascoltatore viva l'attenzione per tutti
i minuti di un'opera lunga e sfaccettata come questo Pneumologic: gli
Ornaments ci riescono appieno, e qualche minimo difetto non toglie
minimamente valore a questo risultato assolutamente lodevole. Almeno
musicalmente posso dire che questo anno inizia veramente bene.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Tannen Records
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