Paul Marshall si mette sotto esame, e dopo aver modificato il nome in Lone Wolf, arriva al secondo fatidico disco di carriera “The Lovers” e va a preferire l’autoproduzione per calarsi in una straordinaria full immersion tra sintetizzatori e fastosi – simpaticamente diciamo pure ingombranti - pulviscoli wave che goliardicamente intasano ogni via d’uscita dalle ambientazioni che si vanno ad ascoltare.
L’artista inglese offre tatticismi e arrangiamenti nella stessa modulazione di richiami ed echi che elementano tutto lo splendore artley degli anni Ottanta, tutto quell’impatto denso, emotivo ed espressivo che si aggancia al corpo come una nebbia indissolubile, ballate e vibrazioni perlacee che sono ingredienti ancora miracolosi se si va a cercare il pathos di un’era che non risente di stanca e tantomeno debacle, e questa tracklist ne riporta il sussiego per intero; nove tracce che rivestono i profili estetici di un artista tutt’uno con dei feeling e groove che poi non sono altro che dichiarazioni d’amore, amore distaccato, ma amore con tutti i significati incisivi che si vogliono intendere pienamente.
Sigur Ros e fiati ghiacciati di New Order coniugano l’estro creativo di Wolf in una ispirazione sintetica che sebbene il basso la faccia da padrone ovunque, riesce a trasalire la freschezza e la corposità senza mai abbandonarsi a revivalismi di bassa lega, e l’artista canta con l’anima tra le mani ed il cuore che pulsa delicatamente in testa, e questa soffusa essenzialità – ma non sempre - vince su tutti i fronti dell’album; la lirica solista di “Spies in my heart”, le corde del basso a simulare il battito dell’epica appunto wave “Ghost of Holloway”, un Morrissey poetico che scende a patti con il buio “Butterfly”, “Two good live”o la titletrack che sigla il lotto con un effervescente intimo e aperto confidenziale, danno l’idea che Wolf riesca nell’intento di impattare anche con i confini labili di un certo ambient, ma poi come in tutte le cose da classicizzare, torna sulla sua strada e accatta i pezzi dei suoi sogni mai stati infrangibili.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: It Never Rains Records
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