Ho congedato il 2012 sfondando i
timpani dei miei vicini con fragorosi risvegli annunciati dalle roboanti note
di Henry’s Dream e Tender Prey, celebrando con entusiasmo panico l’imminente
ritorno del Re Inkiostro. L’ultimo capitolo del trentennale romanzo grottesco
concepito con la complicità degli scagnozzi Bad Seeds fu scolpito ormai cinque
anni fa: un lustro disseminato di conturbanti e godibili deviazioni in
soundtracks, narrativa e nell’eccitante progetto Grinderman.
Comprensibile dunque la
frustrazione accumulata sin dalle note del singolo introduttivo, quella "We no
who U R" che si staglia impietosa come manifesto dell’inclinazione
inesorabilmente borghese assunta da Cave: l’incedere soffice e le atmosfere rarefatte
poco si addicono alla voce sempre tellurica e inebriante, seppure adagiata su
una composizione alquanto convenzionale. Nonostante il fascino discreto della
levigatura dei dettagli, sconcerta la scelta di depotenziare e declassare il
vortice vertiginoso che da sempre intreccia pianoforte e violino, autentica
peculiarità della razza Bad Seeds ora tenuta a freno e sopita.
Avvicinando cautamente il nucleo
del lavoro, la fede indefessa nel genio caveiano si corrobora, rinvigorita dal
violino minaccioso di "Water’s Edge": in un crescendo crepuscolare di
reminiscenza Murder Ballads, il gemito di Warren Ellis sorregge
l’interpretazione più ispirata dell’opera. La carezzevole apertura d’archi di "Jubilee Street" si dilata e acquisisce vastità di spazi desertici, preludendo al
procedere acquoso di "Marmaids" e al sommesso salmodiare di "We Real Cool", che
gradualmente si eleva a predicazione profetica. Sembra infine prossimo il
momento di allestire nuovamente l’altare in cui celebro il culto caveiano: in "Higgs Boson Blues" l’Australiano recupera veemenza e convinzione, cimentandosi
con una forma espressiva che gli è da sempre particolarmente congeniale.
Ma la brama della storia d’amore perpetua che mi lega all’arte
di quest’uomo non può trovare appagamento nella pur dignitosa esecuzione del
professionista: la devozione radicale necessita di consumare le ceneri di
struggimento e dannazione, nutrendosi di sarcasmo e ferocia e sacrificandosi
sugli altari della disfatta; ora invece brancola offuscata dal timore che Cave
abbia smarrito il fervore della vocazione e il fuoco della sacra mania.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Bad Seed Ltd.
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