domenica 6 marzo 2011

Dustin O'Halloran - Lumiere (Recensione)

Solo poco tempo fa il nome: Dustin O'Halloran veniva associato a dell'ottimo indie/rock e naturalmente a Sara Lov, e i loro Devics, o per citarne ancora, come produttore di “Technicolor Dreams” degli ...A Toys Orchestra. Ora il nome: Dustin O'Halloran viene associato ai mostri sacri della musica classica come Chopin e Debussy, viene associato al cinema, vedi la colonna sonora di “Marie Antoniette” di Sofia Coppola, e recentemente di “Luky Crazy” (premio Sundance Film Festival 2011). Dustin scopre il talento e la passione per il pianoforte a Lugo (Ravenna) dove incide i primi due album solisti (Piano Solos I e II), ed anche “Lumiere” (a cavallo tra Lugo, New Yorke e Berlino) ultimo grande stravolgente lavoro realizzato in collaborazione con Peter Broderick (violino) e Adam Wiltzie (chitarra) e al mixaggio di Johann Johannsson. Il tema dell'album ci spiega lo stesso Dustin:”Sono i colori perchè non ci sono colori senza luce”. “Lumiere” inizia con “ A Great Davide” brano da subito molto intrigante, impegnativo e profondo, sembra di essere tra gli abissi più bui e nascosti dell'oceano e vedere difronte a se una luminosa e accogliente Atlantide. Un arpeggio un po' troppo ripetitivo e magro quello di “Opus 44” unica pecca dell'album. A rimediare c'è immediatamente “We Move Lightly” una sinfonia familiare ma molto efficacie per imprimersi nella mente, ed instaurare il continuo bisogno di ascoltarla e riascoltarla. Sesta traccia “Quintette N1” Peter Broderick offre il meglio di sé e fa capire che non è nell'album come sponsor ma ci degna di una composizione magistrale e commovente, lasciando al minuto 2:13 il posto a Dustin per ben 7 secondi prima di irrompere ancora con una melodia da valle dell'Eden. Settima traccia “Fragile N4” brano molto estroverso, è assolutamente imprevedibile e geniale, una piccolissima pecca è la similitudine con “Hoppipolla” dei Sigur ròs (32/1:04 – 1:54/2:15) ma può essere solo una mia pignoleria, altrimenti la sinfonia è tra le più valide dell'album. “Opus 55” una sinfonia che a metà dell'opera si trasforma, cambia forma e diventa irrequieta per chiudere poi con dolcezza. A concludere è la traccia più lunga dell'album “Snow + Light” (6:34) dove nell'ultimo minuto troviamo un assolo di tuoni e pioggia, molto azzeccato e gradevole per la conclusione. Pensare che questo ragazzo iniziò a scrivere in Italia per caso, avendo troppo tempo libero, ed oggi, a così poca distanza dall'inizio della sua carriera da solista, lo si può ammirare per la fantasticheria dei suoi lavori, la sua straordinaria arte di composizione; quindi vorrei cogliere l'occasione per ringraziare di cuore il caso e il tempo libero.

Label: Fat Cat Records
Voto:
◆◆◆◆◇


1 comments:

Anonimo ha detto...

fico, mi viene voglia di scaricare l'album^_^

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