"Gli Smart Cops nascono alla fine del 2007 in seguito alla mancata ammissione ad un concorso per arruolarsi in polizia. Sono una macchina impazzita di alienazione sociale, sarcasmo, ribellione e paranoia"
Con questa presentazione come non gettare un orecchio a quella che è una delle band più discusse del momento. E infatti dopo un primo rapido ascolto, "Per Proteggere E Servire", si delinea come un prodotto diretto e adrenalinico, studiato nei minimi dettagli a partire dal look dei quattro. C'è chi li ha paragonati ed affibbiato l'etichetta, di Hives italiani, (in "Vesciche in Guerra" a me appaiono più come una versione estrema e super incazzata dei Punkreas) ma non siamo stufi di questi marchi privi di un senso reale? Essere "il pinco pallino italiano", penso risulterebbe un offesa per qualunque band che reputi la propria musica del tutto personale e sviluppata in virtù di passioni e ascolti maturati durante tutta la vita. Quindi io dico che gli Smart Cops sono gli Smart Cops italiani. Rimetto il disco da capo e provo ad ascoltare i testi, per provare a capire le tematiche e il contesto di quest'album. Un disco partorito da una band che sin dall'inizio, viene presentata soffermandosi con molta enfasi sulle loro uniforme nere. "Un uniforme che ben rappresenta il nonsense tra genere punk e rigore militare e sottolinea lo spirito situazionista del progetto". E infatti sotto la furia e l'assalto sonoro della band, vi sono tematiche scottanti. Molti i riferimenti e le critiche alla nostra società; alle auto blu, alla polizia (l'album si apre, e come non potrebbe, con il suono della sirena di una pattuglia) ai manifestanti. Tema molto scottante quello delle manifestazioni. Qual'è il comportamento giusto da tenere durante una manifestazione ? Le forze dell'ordine tutelano sempre il cittadino ? In queste undici tracce si parla molto di repressione. "Il pacifismo mi confonde credo quel giorno non verrà...la faccia a terra...ho detto qui si muore..."(Vesciche in Guerra) Si mette in atto una pantomina satirica ed efficace nella quale si tenta di staccarsi sempre dal qualunquismo ed immergere il sarcasmo nella rabbia. "Il cattivo Tenente", primo singolo estratto suona davvero bene, proprio come dovrebbe un singolo radiofonico. Eppure la vedo dura. Sentire in radio frasi come "La morte non è un limite, le droghe non sono un ostacolo, la merda non la cancellerò mai...poliziotto al tuo posto mi costituirei e tu lo sai..." è al limite dell'utopia. Infatti è proprio questo il punto che volevo andare a toccare. Finora ho parlato poco della musica e molto più dei contenuti, proprio per il fatto che questo disco non ha nulla di nuovo, ed il suo intrattenere è limitato ad un ascolto frenetico nell'attesa di passare a qualcos'altro. Un punk'n roll scatenato, diretto e a tratti scontato che però non potremmo mai sentire in ambienti mainstream come quelli radiofonici. Bisogna analizzare bene il messaggio che gli Smart Cops vogliono portare. Penso sia molto più interessante soffermarsi sul pensiero dietro il quale si nascondono questi mancati sbirri. Inoltre, nella biografia del gruppo, leggo che hanno già avuto una gavetta di tutto rispetto e non sarà un mio giudizio sulla loro musica a influenzare in alcun modo l'ascolto di una band talentuosa che, per quanto possa considerare musicalmente scontata, va a toccare tematiche attuali, scottanti e delicate.
Label: La Tempesta Dischi
Voto:◆◆◆◇◇
1 comments:
Un buon articolo e il video si adatta molto bene.
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