martedì 7 giugno 2011

Pontiak - Comecrudos Ep (Recensione)

Venticinque minuti tutti di un fiato. Bisogna sbirciare, davvero, la finestra del lettore audio per capire a che punto del cd ci si trovi. Un invito, quasi, a non fare null'altro, ma a rimanere concentrati e con gli occhi ben aperti per cogliere il momento dove una 'parte', ovvero il denominatore comune scelto per i brani, si stacca dall'altra. Non è un male questa obbligazione, soprattutto per la musica stessa, che inizia funerea e per i primi sette minuti (o forse quattro, oppure otto...) scansa la fatica dell'armonia e fuorvia la mente di chi ascolta. E' una psichedelia diversa dai soliti ritmi cadenzati, è quasi blues e si può osare dicendo che quando finisce il blu inizia la seconda 'parte'/traccia, ma non ci si può fidare. Da una 'parte' all'altra il ponte lo crea la bravura dei fratelli artisti Pontiak, che sono tre, e questo è forse l'unico numero da considerare certo. La chitarra saluta la psichedelia, in un punto non troppo preciso della 'parte' due, ed accoglie una voce dal tono familiare, che non urla e che non sporca, che descrive il paesaggio dove ci si trova trascinati dalla loro psiche. Poi c'è tutto il basso e si può essere sicuri di una intro di 'parte'/traccia tre che esalta ancora di più quella chitarra, creando un clima da sala prove, molto meno triste rispetto a qualche minuto fa, ma pur sempre nelle vicinanze di quel quartiere. Anche la voce si alza di un tono, è chiara quindi la volontà di riprendersi un attimo, ma torna presto un sintetizzatore a mescolare le carte, forse proprio in occasione dello stacco con la 'parte'/traccia quattro. Vibrante nel vero senso della parola, tanto che è un peccato limitarsi ad ascoltarla da pc, più scandita delle precedenti, con uno schema più volte ripetuto, ma che non si sa come continua a far perdere. Ci si aspetta il ritorno della voce, ma improvvisamente tutto si ferma. Non è un cambio traccia, ma la fine dell Ep. Impossibile ricordarsi altro.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Thrill Jockey Records

1 comments:

Anonimo ha detto...

recensione bellissima, per un'album meraviglioso: come qualcun'altro ha detto, peccato duri così poco!

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