Il duo dei Vanillina si è fatto attendere un po’, l’ultima volta che erano in giro è stato nel 2006 con il buon Eclisse, ma ora che è sugli scaffali col nuovissimo Conta fino a dieci, non diciamo un respiro di sollievo ma almeno una forte soddisfazione ci stringe tra i woofer e le casse stereo in nostro possesso; fin dalle prime battute il disco schiera un suono pieno e potente, l’impronta caratteriale leggermente spostata dagli esordi, ma che in passato ci aveva tanto stregato, in punta di dito e di fiato, un pop-rock viziato d’alternative domina la scena che si snocciola lungo tutta la tracklist composta di dodici saette che non hanno manie di grandezza o che vanno a puntare sull’usato sicuro, sono belle e solide di loro, e chissenefrega d’altro.
Il classico disco “sincero”, che non usa trucchi o travestimenti per farsi notare, arriva, si presenta e apre il suo cuore amplificato come una passionevole confessione che non ha bisogno di calchi o pre impostazioni, spalanca il suo bel loud su corse elettriche, urla spasimi melodici alla Afterhours “Il colore della notte”, smanetta epilettico le nevrosi punkyes “Discoteca solida”, “Monolite” riflette magari un po’ troppo su sintomi melodici Negroamareschi “Levada”, “Non avere paura” “Vado via”, ma poi si riprende immediatamente agganciando gli anni novanta dell’underground italiano dei Mistonocivo, Prozac + , Soon “Vivila”, “Motel”, ricomponendo una straordinaria forza registrata che spacca e fa proseliti ad ogni giro.
L’estensione sonica di queste tracce è impeccabile, ruvide ed elettriche, lisce e acustiche come un cangiante crepuscolo che interviene a dividere il giorno dalla notte, una naturalità espressiva che fa di questi Vanillina e della loro musica, un intervallo intenso e intuitivo per chi da un disco cerca e vuole onestà e non sopruso, amicizia e spregiudicatezza di passioni e potenziale radiofonico, poi se per caso si rimane impigliati nei quattro accordi acustici in settima o aperti di “Cristo santo” bisogna fare anche i conti con uno spicchio di cuore frantumato di poesia intima rivolta ai tanti altri che soffrono in questa palla infuocata chiamata mondo.
Conta fino a dieci, un piccolo fiore all’occhiello cui andare fieri.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Bilingue Music
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