sabato 21 gennaio 2012

Colapesce - Un meraviglioso declino (Recensione)

Colapesce - Un meraviglioso declinoVi era un tempo in cui ogni disco veniva composto e realizzato come opera a sé stante, pulsante di vita propria e – soprattutto – tronfio di contenuti.
In un periodo storico come questo, dove non importa se un disco contiene cinque, otto o al massimo dieci canzoni (l’importante è che esca fuori, prima di tutti gli altri), questo esordio ufficiale di una figura tutt’altro che esordiente nel nostro panorama (Lorenzo Urciullo, per chi non ne fosse al corrente, è leader degli Albanopower) getta luce e rinverdisce quella maniera ormai antica di confezionare e realizzare piccole opere d’arte dense di contenuti, di una cura sonora maniacale, e per questi motivi immuni allo scorrere del tempo.
Colapesce lo si può definire, senza sensazionalismi da patinato magazine musicale, un vero e proprio restauratore di un’attitudine cantautorale ormai persa, e ritrovata magicamente tra i solchi profondi di “Un meraviglioso declino”, specialmente in luce di un panorama cantautorale italiano ricolmo di esponenti, ma quanto mai frivolo nei contenuti e dato in pasto a logiche usa&getta in cui tutto va consumato in maniera veloce, asettica e in maniera seriale.
“Un meraviglioso declino” si discosta, appunto, dalla serialità dei cantautori di pezza che popolano lo stivale, per elevarsi ad uno status di assoluta personalità dai tratti indubbiamente caratteristici.
Quella di Lorenzo Urciullo è una vera e propria cesellatura dei testi, in cui ogni singola parola viene soppesata e legata al mood melodico infondendo ai testi un doppio valore, sia di significato che di amalgama alle melodie raffinate, e perennemente sospese fra intagli di chitarra acustica, ed arrangiamenti orchestrali mai pretenziosi e sempre ben in bilico costante tra archi e pianoforti (calibrati da un Roy Paci in veste inedita di arrangiatore).
E delle canzoni non serve scriverne, bisogna ascoltare questo disco per intero, dall’inizio alla fine, come se fosse un pesante vinile impolverato, in cui s’inanellano canzoni degne d’esser chiamate tali, che guardano alla tradizione italiana con la coda dell’occhio e protese verso il miglior rock d’autore d’oltreconfine.
Tredici canzoni e non un passo falso o calo d’ispirazione, “Un meraviglioso declino” è un disco di una semplicità disarmante eppur fondamentale, come il pane, ed un punto di partenza su cui instaurare una vera, nuova ed originale strada per il cantautorato italiano.

Voto: ◆◆◆◆
Label: 42 Records

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