Giovani ingegneri di folksound si fanno avanti, vengono dalla lontana Australia, precisamente da Melbourne, sono i The Piper Kites, e si fanno avanti come fossero da anni sugli scaffali dei music-store, quando invece sono al loro primissimo lavoro, addirittura senza una label che sia una label, ma con una decisione schietta e interamente percorsa sul sottile filo di un dreaming thing che fa passare una bellissima mezzora assorti tra le loro nuvole e le nostre stratificate ingenuità.
“Woodland Ep”, è questo il
loro lavoro che è stato registrato praticamente in presa diretta e con il raro
pregio di testimoniare tutta la complicità e l’understatement che possono
svilupparsi in condizioni di vero e proprio interplay, interplay che va a
stabilirsi tra orecchio e sogno, in un continuo e fresco yo-yo d’ascolto; sei
tracce che scorrono come una bibita sotto un ombrellone, orecchiabili e mai
scontate, di quella gradevolezza friabile che tiene compagnia quando si fa
qualcosa mentalmente e che ti danno quell’ottimismo a cominciare in bello un
altrettanto qualcosa come la volatile e radiofonica “Woodland”, la carta zucchero che colora “Featherstone” o la sbarazzina passeggiata che si prova al passaggio
di “Willow tree march”, ballate e
momenti intimi folk che pescano piccole dosi di tenerezza dai Fleet Foxes ma giusto quel momento che
serve per creare un’atmosfera filigranata e sensibilmente ambientale.
La poesia sganciata da
questa band della terra dei koala è stupendamente semplice e “normale”, tracce
suonate in maniera impeccabile come un abbraccio all’alba “Halcyon” o come dopo un rapporto d’amore fisico sotto una luna che
sorride ad un sole che stranamente si fa nordico “The mortal boy king”, poi resta solo il mistero di quella patina
pulviscolare tipica da brughiera inglese, per una band cresciuta a Melbourne,
davanti al mare. Ma questa è tutt’altra storia.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: The Piper Kites
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