Toh guarda chi è uscito dal limbo: i Mondo Generator. Ne ha passate la formazione capitanata da Nick Oliveri, il sosia di GG Allin che ce l'ha messa tutta finora per cercare di essere al livello dell'illustre predecessore ma che si è dovuto finora accontentare di svariate denunce e cambi di lineup dovuti un po' al suo carattere e un po' alla sua ubriachezza molesta, motivo per il quale durante un tour gli altri membri della band lo avevano piantato in asso. Lui non si è mai perso d'animo, si è fatto un giro per il mondo coi vecchi amici dei Kyuss e si è ritagliato una carriera “acustica” buttando fuori l'album Death Acoustic e l'ep Dog Food, a nome Mondo Generator ma in cui appariva solitario ad urlare con un'acustica in mano fra cover e pezzi nuovi per 7 brani su 8. Ora Hell Comes To Your Heart arriva a coprire una lacuna di anni, ma sarà all'altezza dei primi episodi? Sgombriamo subito il campo da eventuali dubbi: no.
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negli studi del di nuovo amico Josh Homme il nuovo disco dei Mondo
Generator sembra riprendere il discorso più dell'ultimo Dead Planet
che del precedente A Drug Problem That Never Existed, scorrendo
sparato dall'inizio alla fine senza particolari invenzioni nel mezzo.
La partenza con “Dead Silence” e il suo ritmo spezzettato e
coinvolgente è anche promettente, ma ci si perde presto fra
arrangiamenti banalotti conditi dalle urla onnipresenti di Nick, da
una batteria che non fa certo del suo meglio per fornire energia al
risultato complessivo e da una registrazione la cui qualità non è
all'altezza delle aspettative. L'esempio più evidente lo forniscono
“This Isn't Love” e “Smashed Apart”, brani già editi in Dog
Food e che perdono il confronto con le controparti acustiche
nettamente, nel caso della prima anche a causa di una registrazione
anche più bassa del livello generale. Nick e compagni sembrano la
copia sbiadita del gruppo che dal vivo riesce ancora ad impressionare
(chi era al Magnolia nella loro ultima discesa italica può
confermare), e brani come la scialba “Central Nervous System High
School”non possono reggersi solo sul cantato a squarciagola di
Oliveri, che dopo un po' viene addirittura a noia: “Hang'em
High”cerca di alzare il tiro con un po' di ritmo in più, “Won't
Let Go” ci mette dei suoni più scuri della media, “Night Calls”
prova tardivamente a riciclare in maniera fin troppo simile la
ricetta della traccia d'apertura, ma alla fine di questo album
probabilmente rimarrà nella memoria dei fans più la conclusiva “The
Last Train”. Perchè? Beh, potrebbe essere l'ultima occasione per
sentir suonare e cantare nello stesso pezzo Josh Homme e John Garcia,
che dopo aver fatto sperare tutti i fans dei Kyuss in una reunion al
completo han deciso di litigare di brutto e di portare il proprio
livore in tribunale o quasi.
Godetevi la chitarra dell'uno ed i cori dell'altro, i bei tempi son finiti e questo Hell Comes To Your Heart cerca di dimostrarlo ancor di più con questa conclusione: divertitevi con questi 12 pezzi, ma la nota più lieta che sentirete non esce dai brani perchè è una nota di speranza, quella di vedere almeno il buon Nick dal vivo dalle nostre parti quanto prima.
Godetevi la chitarra dell'uno ed i cori dell'altro, i bei tempi son finiti e questo Hell Comes To Your Heart cerca di dimostrarlo ancor di più con questa conclusione: divertitevi con questi 12 pezzi, ma la nota più lieta che sentirete non esce dai brani perchè è una nota di speranza, quella di vedere almeno il buon Nick dal vivo dalle nostre parti quanto prima.
Voto: ◆◆◇◇◇
Label: Mondo Media
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