I livornesi Supernova non scherzano affatto, e a supporto di questa affermazione arriva il loro debutto omonimo che prova a mettere nero su bianco l’intenzione sonora di bucare l’attenzione o quanto meno “scalfire” anche i più scorbutici aficionados del rock d’ultima infornata; ora sul destino della band nessuno può metterci una cambiale, ma a tendere orecchio e pazienza su questo registrato spalmato su nove inediti più la cover di “Ordinary world” dei Duran Duran, qualcosa pare smuoversi, ma non è ancora sufficiente per poter scomodare nessuna delle miracolistiche di prassi.
Un disco a due marce, per una parte abbraccia gli anni Novanta dell’underground italiano, al centro delle vertigini di stampo Karma, Anhima “Splendido”, “Così incantevole”, la magnifica cavalcata filo-grunge Malfunk style “La giostra” poi tutto sversa la propria energia in un rock classico, a presa rapida, con quella radiofonicità alla Stadio “Colpevole”, “Ormai è tardi”, che è poi una sterzata audace che fa perdere l’equilibrio al lotto e, momentaneamente, anche all’ascolto generale; dieci esplorazioni sonore agitate, con le vene gonfie e con quel senso compiuto di “show”sulla realtà che vede la band in un insieme architettonico di buon livello, di intendimento perfetto con il mestiere “dello strumento” e dell’impeto amplificato.
Il quintetto dei Supernova non fa un disco con il carattere del riempitivo, piuttosto un disco che ancora vaga alla ricerca di uno stile personale, una tracklist in cerca di orientamento, un rock ed un pop che litigano tra di loro e che spingono l’orecchio a dividersi se non addirittura a fregarsene – sulla corta distanza – di dare ancora una chance in più al repeat dello stereo; comunque una certa classe viene indubbiamente dimostrata, un’occasione giusta per apprezzare una voce stupenda e una buona capacità atmosferica totale “Colpevole”, “Paura e meraviglia”, ma il nodo rimane sempre quello: rock selvaggiamente sfrangiato o sintomi sonori festivalieri? La prima opzione è quella che avremmo preferito, quella “ che le suona a tutti, a tanti”. Alla prossima.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Autoproduzione
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