sabato 17 novembre 2012

Metz - S/t (Recensione)

Saturazioni rumoriste, claustrofobia sonora; rock'n roll consacrato allo sballo sotto forma di power trio canadese. I Metz sono i figli marci e (met)anfetaminici degli anni'90. Una pioggia di feedback, il nervo teso delle percussioni che palpita ad ogni skip, l'urlo che ti entra dentro e sa di aneurisma imminente.
Sono il rinculo del Remington calibro 20 di "flanella" Cobain ("Wasted"), sono i trip acidi e dissonanti della Gioventù Sonica ("Rats", "Nausea"), il ghigno famelico di David Yow ("Get Off"), la visceralità  primigenia dei Drive Like Jehu ("Wet Blanket"), l'alienazione devastante e devastata della vecchia scuola noise, quella dei volumi folli (vedere alla voce Unsane) ma anche quella dei riverberi stranianti ed onnivori a livello d'immondizia sonora ("Knife in The  Water","Negative Space"). I Metz sono l'istantanea di un'immediatezza e carnalità che non vuole aggiungere nè togliere nulla ma solo far male, stordire, inebriare e lasciare con un dopo sbornia di tutto rispetto. I Metz puzzano di Touch and Go da un miglio ed hanno il marchio Sub Pop, sono il capitolo successivo a quel ritorno in auge delle chitarrone e dell'autodistruzione d'oggi, quell' attitudine nineties meets anni'00 già vista in band come Japandroids e Cloud Nothings.

Come passare un chiodo sul vetro bagnato.

Voto: 
Label: Sub Pop

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