Nuovo album per l'eclettico e consolidato ensemble
canadese. Rispetto al precedente "Rising Sun"
(2010), salta subito all'orecchio la scelta di lasciare da parte le
cosmiche e spirituali influenze jazz, riconducibili a Lonnie Liston
Smith e Pharoah Sanders, in favore di un rafforzamento di quella sorta di patchanka in cui
uno degli elementi dominanti rimane senza dubbio l'afro-beat in alcune
sue declinazioni, ovvero ethio-jazz, afro-funk e high-life (genere
nato in Ghana che si è successivamente diffuso in numerosi stati
dell'Africa Occidentale). Naturale, quindi, che a più riprese non
sia difficile scorgere le ombre di nomi monumentali come Mulatu
Astatkè e Fela Kuti. Attraversando l'atlantico verso
occidente, senza che sia possibile spezzare quella corda che unisce
le musiche nate dalla diaspora del popolo africano, The SoulJazz
Orchestra metabolizza anche i suadenti ritmi cubani, quelli in levare
del reggae giamaicano e la frenesia della samba batucada brasiliana.
Album dall'approccio combattivo sin dalla copertina, "Solidarity"
si caratterizza per i suoi testi improntati sulle rivendicazioni
sociali e politiche, istanze portate avanti da una chiara e netta
posizione anti-imperialista di stampo terzomondista. "Ya Basta",
ad esempio, sin dal titolo non può che ricordare la parola d'ordine
lanciata sul finire dello scorso millennio dagli Zapatisti dell'EZLN,
mentre "Serve and Protect" richiama esplicitamente alla satira
feroce utilizzata da Fela Kuti nei suoi attacchi alle varie
manifestazioni locali e globali dell'imperialismo. E ancora, "Conquering Lion" (con un
incedere che ricorda inevitabilmente Mulatu Astatkè) è uno
dei nomi del Leone di Judah, ovvero il simbolo di fierezza ed indipendenza
culturale in prima istanza del popolo etiope, per il quale Haile
Selassie I ne sarebbe l'incarnazione, e successivamente di quello
giamaicano. Altra icona entrata di diritto nell'immaginario
collettivo, Bob Marley viene invece omaggiato in "Jericho".
Insomma, The
Souljazz Orchestra conferma una convinta e convincente vocazione
musicale 'globale', fortemente contraddistinta da una schietta
consapevolezza politica, che pone la band su di un percorso che
idealmente li affianca ai 'cugini' Antibalas, un cammino nel quale
rimane però doveroso ricordare l'imprescindibile contributo dato
dalla Mano Negra ormai molti anni fa.
Stay aware.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Strut Records
Voto: ◆◆◆◆◇
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