Quest’opera bicefala è irrorata
da un’urgenza espressiva potente, condivisa da tutte le forze in gioco ma, al
contempo, produttivamente difforme. Alla compiutezza straordinaria e alla
conclusività della struttura compositiva dei Chambers, che incastrano liriche
amare e caustiche sul monolite sonoro in un rotolare ingombrante e plumbeo,
replica come in uno specchio rovesciato la maturità lirica conseguita dai Death
of Anna Karina: Andrea Ghiacci si appropria finalmente dell’italiano esalando
con convinzione la percezione di una fine imminente che condanna l’esistenza,
dell’incombere presente di un epilogo.
La massiccia ma multiforme
compattezza dei Chambers è a tratti liquefatta in esitazioni che gravano per preludere
a istantanee eruzioni, mentre altrove si arresta in sospensioni minacciose, che
indugiano sul sordo martellare percussivo nella coda di "Tutto è bene quel che
finisce". Il surreale insorgere delle prodezze labiali di Johnny Mox, in "Le
facce uguali di due medaglie diverse", tramuta il severo sgomento in un richiamo
straniante e angoscioso.
Nella prova dei Death of Anna
Karina l’amarezza affila la materia sonora in un tormento ansiogeno e
urticante: l’inquietudine sottile è consapevolmente serbata e macerata per poi
deflagrare ed erompere, come nel disincantato furore di "Nero". La qualità
angosciosa, cifra espressiva del quintetto emiliano, è tradotta nel sussultare
interrotto e dilaniato di "Crepuscolare", claustrofobica allucinazione pervasa da
una tensione nervosa asfissiante. L’immobile granito intagliato delle chitarre
di "Labile" si impone come contraddittoria fortezza alla desolata nozione di
effimero vomitata da una vocalità esasperata e sconfitta.
Quanto è stato concepito quale
testimonianza di impegno artistico condiviso e confluenza di attitudini affini
si attesta come prova creativa tutt’altro che estemporanea o immediata: la
biforcazione degli esiti cela un’unitaria e autentica istanza espressiva, a
partire dalla quale è generata e plasmata un’opera che gode di vita propria
come un organismo: un homunculus
alquanto mostruoso ed inquietante, ma morbosamente irresistibile.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Blinde Proteus/Shove/To
Lose La Track
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