mercoledì 19 giugno 2013

DotVibes - Shine A Light On Me (Recensione)

Basta darsi una occhiata intorno, e la cosa più triste è che ogni genere musicale, bene o male, scende a compromessi vari, si snatura e si traveste di altre cose, ma il reggae è quel sistema dondolante che rimane sempre sé stesso, la sua cadenza e indolenza seguita – oltre che a fare proseliti – a “stordire il mondo” col suo senso integro, ma per un criticismo di par condicio, ne ascolti un disco e li hai ascoltati tutti, uguali o simili, perlomeno ad un orecchio distratto.

Il nuovo disco dei piemontesi Dotvibes, “Shine A Light On Me” non esce da questa declamazione, ma non per questo non riesce a renderti “beatamente succube” della sua forza ipnotica, del suo roots reggae che evangelizza menti e corpi in una emozione unica ed esperienziale, sei tracce che -nella tradizione riappacificano il mondo e l’uomo (almeno dovrebbero) – catturano, tracce che fanno dondolare estasiati, forti ed attaccate all’integrità classica del reggae, della sua completezza sociale e culturale, ma anche di sollazzo e dolce abbandono fisico/mentale, se poi ci si mette un cannone come allegato, allora si che la festa prende fuoco ulteriormente.

Kingston non è mai stata vicina con i Dotvibes, e la conscious è pronta per affrontare queste spinte cosmiche che i nostri artisti rilasciano interrottamente, una scaletta dove il dominio reggae è dolce come sempre, da “Ring My Alarm (Last Chance” a “Non Mi Volto Mai” –traccia quest’ultima in cui Bunna pare essersi materializzato da un chiloom urbano e quasi reppizzato – ma poi si intrecciano strade differenti, aperte come lo smooth-dubby che sobbalza in “Now Think About It” o il passo pesante del dub espanso “Dub A Light On Me” che definisce anche la scelta ibrida di un disco che balla reggae ma pensa allargato, che allunga il sound proprio li dove altre band di settore si fermano guardinghe.


Disco da ascoltare a notte fonda e pensare di essere in una città addormentata, per poi risvegliarsi intorpiditi, mentre sul lunotto di un taxi virtuale il sole si stiracchia senza voglia di fare nulla. Buono!


Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Autoproduzione 

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