Da cover band a
protagonisti dei sintomi hard rock di casa nostra, i genovesi DangerLies con l’otto tracce Zitto E Urla si mettono in mostra in
tutta la loro superba eccentricità amplificata, un disco che si agita tra le
mezzerie dei jack infiammati dello street rock di marca Gun’s e i quadrilateri
tricolori di Timoria, un disco che senza inventarsi nulla, (ri)esporta prima
ancora che rispolverare, le baldanzosità di una decade sonora che ancora
nell’oggi batte quattro e facilita la presa diretta con il rock di pronto
impatto. del suono primario e grezzo.
Dicevamo otto tracce
ben realizzate, una perfetta dissonanza che una volta inserita tra questi
ascolti indie e traiettorie sperimentali, danno quel buon contrasto stilistico,
se non temporale, un fulmine nei cieli sereni ed innocui della musica odierna
che nel suo corto vitalizio stereo esplode, colpisce e lascia molto dietro di
sé, perlomeno l’immagine e l’istantanea di una deja vu tutto watt e poetica
stradaiola che fa tanto sciccoso e style; ballatone killer e suoni canaglia
sono i principali motori sonici del lotto, l’andamento sgarrato e la dolce
maledizione persa nei miti distorti colorano la tracklist dalla prima
all’ultima nota tanto che quello che dall’inizio si potrebbe scambiare per
un’operazione nostalgia si trasforma in pochi giri in una rivalutazione
validissima di polveri e fuochi – in fondo – mai spenti del tutto, anzi.
Ottimi lavorii di
chitarra, una voce teatrante, ritmiche preziose e atmosfere sincopate fanno
parte della lavorazione di gruppo, sapori vissuti e scuri pirotecnici convolano
alla stesura di un disco che decora la voglia mai sopita di good vibes, la
forza di quel rock che poi è un atto di fede conclamato, viscerale, e che i
DangerLies riportano tra lapilli e tonalità che fanno zompare il cuore; impatto
e melodia sono un tutt’uno nell’insieme dei brani, l’irruenza smagliante di
“Black Mamba”, l’epicità convulsa “Vertigini”, il lounge appassionato e collar
“Persa nel blues (un passo)” e la stimabile necessità espressività di un
virtuale Renga a cavallo di “Corri via”, convenzionano un ascolto pregevole che
fa la quadratura del cerchio, una cascata di note e di stimmate che non passano
inosservate e tantomeno retoriche.
Vale la pena farci un
bel giretto dentro, vale la pena lasciarci una mezz’oretta del vostro tempo,
sound e cuore vi aspettano.
Voto: ◆◆◆◇◇
Autoproduzione
1 comments:
Grazie per la recensione!!
www.dangerlies.tk
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