martedì 20 gennaio 2015

Nadàr Solo - Fame (Recensione)

La fame è una pulsione primaria, riconducibile all'istinto di sopravvivenza dell'essere umano, ma spesso è erroneamente identificata. La fame è una sensazione terribile, sgradevole e spesso dolorosa, un bisogno fisico, un segnale che il cervello manda al corpo quando si trova in stato di debolezza, a corto di riserve nutritive, tanto da farla diventare talvolta un vero e proprio fenomeno patologico. E' proprio questo che i Nadàr Solo, nel nuovo disco, cercano di presentare al pubblico: la metafora di una fame intesa come la suprema delle patologie, con un linguaggio spiazzante e spontaneo, assolutamente estraneo alla banalità. "Fame" è quasi un concept che si disperde in strade ripide e piene di ostacoli, con i pezzi che cercano di riempire il vuoto allo stomaco lasciato continuamente dalla vita quotidiana. La forza dei testi di Matteo De Simone è la guida spirituale attraverso il percorso. Ed è qui che incontriamo l'ipocondriaca "Cara Madre",  la bulimica "Ricca Provincia", l'impotente "Jack Lo Stupratore"  ed altri pezzi degni di nota come il singolo "Non Volevo". Non solo parole ma anche un sound efficace ed esplosivo, arricchito dalle eccellenti collaborazioni con Mattia Boschi dei Marta sui tubi e da quella mancata di Appino proprio nel brano "Non volevo". Fame è il risultato perfetto di una crescita esponenziale iniziata da " Diversamente, come?" e giunta fin qui in maniera compatta, creativa, con il giusto feeling tra musica e parole, che meriterebbe un occhio di riguardo tra i tanti dischi che nel 2014 non sono finiti nelle classifiche finali di molte testate.

Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Massive Arts Studios


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