Sembrano spuntare da un passato nebuloso i Violacida piuttosto che dal 2013 inoltrato. Appena mi metto in ascolto del loro esordio sulla lunga distanza, Storie Mancate, ho l'impressione di essere trascinato indietro nel tempo, e sulle prime lo strano miscuglio di pop rock con tastiere caramellose qua e là, intenzioni cantautorali e qualche richiamo anni '60 mi lascia perplesso. Per dirla alla Will Smith prima maniera “mi puzza di vecchio” (citazioni raffinate eh?). Ma sarebbe un errore sbolognare così questi 10 pezzi, e per fortuna non l'ho fatto.
Perchè? Perchè la patina
piuttosto semplicistica di cui sembrano ammantarsi i brani dell'album
è solo un vestito che indossano per risultare piacevoli al primo
ascolto, ma che sono capacissimi di togliere nel momento in cui
l'ascoltatore vuole scoprire se sotto ci sta qualcosa di più
profondo. E di roba ce ne sta un sacco, da testi molto più profondi
di quanto lasciano intendere ad un ascolto disattento fino ad una
varietà sonora piacevole e ben curata: storie di droga narrate con
semplicità disarmante su atmosfere anni '60 che si fanno più
serrate nel finale (“Giusy”), la marcetta di orgoglio provinciale
de “Il Quartiere”, gli sprazzi di poesia della ballata eterea e
nostalgica “La Bella Estate” (“Cadono questa notte a terra le
stelle, tu fermati ed ignora le più belle, e con quelle rotte
ricicla la sorte stanotte” recita il testo in uno dei momenti
migliori), lo stralunato e disilluso sarcasmo di “La Ballata Degli
Ostinati”...tutti ottimi esempi per tratteggiare la capacità della
band di cambiare le basi di partenza senza che la cosa vada a
discapito della coesione stilistica. Le storie dei quattro Violacida
prendono piano piano, fino a dare assuefazione con la loro,
permettetemi una licenza poetica, complicata semplicità: riassumendo
in tre parole la principale sensazione che rimane dopo svariati e
continui ascolti (anche mentre scrivo) è che Fa Stare Bene. E non è
certo cosa da poco.
Storie Mancate è una sorpresa
continua, è come un regalo che quando lo ricevi non ti sembra
granchè, ma piano piano scopri che è uno dei migliori che ti
abbiano fatto. Non è che questo esordio dei Violacida sia il nuovo
capolavoro della musica italiana, ma se non mi viene in mente niente
di negativo da dire su di loro qualcosa vorrà pur dire: la prova
concreta che a volte per essere interessanti ed uscire dal mucchio
non serve cercare chissà quale formula complicata, basta avere
qualcosa da dire e sapere come dirlo.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Rock Contest Records / Infecta Suoni&Affini / Audioglobe
Label: Rock Contest Records / Infecta Suoni&Affini / Audioglobe
0 comments:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.