Bo
Diddley 50 anni fa cantava “You
can’t Judge A Book By The Cover”.
Giusto.
Il
contenuto è ciò che conta, no?
Ma
se anche l’occhio vuole la sua parte, beh allora iniziamo dalla
copertina.
Non
ha mai brillato (se si eccettuano quella di Born To Run,
Nebraska e Born In The USA) per originalità e gusto,
Bruce, ma questa è sicuramente tra le più brutte (anche se Magic
è inarrivabile).
Ok,
mettiamo da parte l’esser prevenuti, perché anche se le copertine
di alcuni dei suoi migliori album non erano proprio esaltanti, il
contenuto resta nella storia della musica rock (e nelle nostre
orecchie, nei nostri cuori e nelle nostre anime).
Ed
ora il contenuto.
High
Hopes è la cover di un brano tratto dal primo cd degli
Havalinas, gruppo californiano dei primi anni 90, edito
qualche anno fa in un EP del Boss ed eseguito dal vivo.
Just
like fire would è un brano dei The Saints, gruppo
australiano degli anni 70-80, ed eseguito soprattutto nelle
date down-under.
Dei
Suicide (quanto ci mancano Alan Vega e Martin Rev…)
invece è Dream Baby Dream, anch’essa pubblicata in un 10”
qualche anno fa ed eseguita in versione spettrale (come lo era
l’originale) a chiusura dei concerti del solo tour del 2005, con il
solo ausilio dell’organo a pompa.
American
Skin (41 shots), brano composto a seguito dell’assassinio a
febbraio del 1999, con 41 colpi, appunto, dell’immigrato liberiano
Amadou Djallo, da parte del NYPD in un normale controllo, era
stato già inciso su Live in NYC e resta un brano emozionante.
The
Ghost of Tom Joad è la notevole versione elettrica (già
eseguita live in varie occasioni) dell’omonimo brano tratto
dall’omonimo album del 1995, rovinata dal ridicolo assolo finale
dell’ex RATM, Tom Morello.
Il
resto è composto da brani che Bruce ha riesumato dal suo “profondo”
cassetto di inediti, dove si può riascoltare anche chi, ahimè, non
c’è più; il sax di Clarence Big Man Clemons (Harry's
Place) e i tasti dell'organo pigiati da Danny Federici (The
Wall).
Harry’s
Place potrebbe esser scambiata per una cover di Hall &
Oates o di Huey Lewis, Down in a Hole è la (brutta
auto) cover di I’m on fire (ma non ne hanno fatta una anche
gli Editors con Phone Book, giusto qualche mese fa?),
Heaven’s Wall è inconcludente e rimanda ai suoi (pen)ultimi
album, Frankie Fell in Love
non è proprio male e non avrebbe sfigurato su The River.
Ed
ancora la declamatoria This Is Your Sword ed il valzerino di
Hunter Of Invisible Game senza infamia e senza lode
Infine ci sono i brividi di The Wall, l’unico brano inedito degno di esser ricordato, che rimanda a certe atmosfere di The Ghost Of Tom Joad.
Infine ci sono i brividi di The Wall, l’unico brano inedito degno di esser ricordato, che rimanda a certe atmosfere di The Ghost Of Tom Joad.
Gli
ultimi album, come Working on A Dream o Magic erano
state cose al limite della decenza, ma qualche momento di Wrecking
Ball (che no, non è quella della ignuda Miley Cirus) come
il brano omonimo oppure il gospel/hip hop Rocky Ground,
riusciva a risollevare le sorti della recente carriera del Boss,
mentre High Hopes, in cui si salvano un paio di brani e le
covers, lascia interdetti.
Allora
Bruce, nessuno si può attendere un nuovo Darkness On The
Edge Of Town nemmeno un Born To Run ma lascia perdere
nuove (o rinnovate) incisioni e metti mano ai forzieri che, da fan
della prima ora, so esser colmi di tesori inestimabili…
Voto: ◆◆◇◇◇
- Label: Sony Music
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