Un titolo, una dichiarazione
d'intenti: i Dondolaluva, power trio toscano dal suono potente e dai
contenuti pregni di significato, Devono Morì, e lo hanno fatto purtroppo (come gruppo sia chiaro, mica gli voglio portare sfiga).
Prima però decidono di lasciare un'ultima traccia della loro storia,
una storia che li ha visti attirare l'attenzione di uno dall'occhio
lungo come Giorgio Canali per poi sparire un po', aiutati in questo
silenzio dalla provenienza geografica da una zona desolata come
quella del Monte Amiata. Poi le prime notizie, qualche post su
facebook ed a fine agosto un improbabile incontro fra Toscana e Lazio
(improbabile perchè io ci sono arrivato in bicicletta dopo 600 km di
viaggio) dove mi annunciavano data di uscita e scioglimento prossimo:
ora eccole qua le otto tracce con cui si chiude il sipario, anche se
io ascoltandole continuo a sperare in un colpo di coda che faccia
continuare il viaggio musicale della band.
E' cambiata la produzione, da
quella grezza e grintosa di Canali a quella più precisa di Stefano
Bechini, e in parte si sente: malgrado la potenza di alcuni brani
emerga in maniera tutt'altro che sminuita rispetto all'album
d'esordio la sensazione generale è quella di trovarsi di fronte ad
una versione 1.5 della band, dagli angoli smussati e con un approccio
alla musica più conscio, come se l'urgenza creativa che si respirava
in Arrivano I Pollini sia stata sostituita da una scrittura più
ragionata. “Un Imbecille”, prima traccia dell'album, rimanda
addirittura l'immagine di un gruppo che potrebbe funzionare anche nel
triste panorama radiofonico nazionalpopolare, grazie alla parte
centrale rappata (guest star Fabio Bax aka Jullare) che fa tanto moda
e che i Dondolaluva utilizzano con cognizione di causa vincendo la
scommessa. Dividendosi fra distorsioni e suoni più soffusi gli altri
pezzi fanno del loro meglio per farci rimpiangere la band, dalla
grinta malinconica della splendida “Stima” (dove appaiono
sornioni, come in altri brani, synth e compagnia bella suonati dal
producer Stefano e generalmente ben sfruttati nell'economia del
disco) all'atmosfera placida condita da un ritornello coinvolgente
come pochi di “Un'Alluvione”, brano in cui hanno collaborato al
testo i pugliesi Gli Eternauti. I testi sono un marchio di fabbrica
vincente, e la penna di Francesco fa sgorgare ancora una volta
sequele di parole che sorprendono per la loro efficacia, pescando
anche dal passato (la riproposizione in una chiave elettrica più
cupa di “Essendo Che E' Così”, già presente in acustico nel
precedente disco e qui riproposta con la collaborazione del primo
cantante della band Davide Fazzi) o da un presente “alternativo”,
nello specifico il progetto parallelo Francevskij da cui recupera la
splendida “Vola Vola”, trasformando il brano dall'allegra ed
ironica composizione originale ad un qualcosa di più cupo e
disilluso: miracoli della musica, ed è bello che sia la grinta delle
ultime strofe di questo pezzo a chiudere l'album, come un piccolo
monito di rinascita nella morte. Qualche piccolo passo falso nel
mezzo c'è, concentrabile fra la mancanza di uno sviluppo che lasci
uscire tutta l'energia che si sente pulsare in sottofondo in “La
Tua Libertà” e la vena quasi punk di “Default (L'Uomo Con
Qualcosa In Più)”, il tocco ruvido che forse mancava ma che
risulta meno efficace del resto: sbavature perdonabili perchè già
alla terza traccia, sullo splendore sarcastico della meravigliosa
title track condito da cori fantastici, si era capito che la missione
di creare un piccolo gioiello musicale era riuscita alla perfezione.
Sono morti, i
Dondolaluva, come entità musicale: solo due dischi ma abbastanza da
lasciare un segno nel mio cuore. Sarò parziale, forse, a definire
questo album uno dei migliori usciti nel 2013, o forse sento poca
musica e mi sono perso qualcosa di più degno, ma a me questi tre
amiatesi (amiatini? amiatqualsiasicosa?) mancheranno un sacco. Quindi lo ripeto ancora qui: io in un
colpo di coda ci spero, ma se queste saranno le ultime note suonate
assieme dal trio sono contento di poter dire che sono degne di essere
ascoltate da chiunque abbia un minimo di sentimento ed amore per la
musica.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Autoproduzione
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