lunedì 14 novembre 2011

Distanti - Mamba Nero (Recensione)

Distanti - Mamba Nero

"Io sono il Mamba Nero
ancor Dei Sette Passi
atterra la giraffa
e uccide il Re Leone."

I Distanti sono tornati che forse non se ne erano mai andati ma per un pò si è temuto il peggio. Dopo averci donato inni generazionali come Limonare Duro ed un album, Enciclopedia Popolare Della Vita Quotidiana, che nella sua eversiva istintività consolidava un immaginario collettivo mai così ardente di mietere vittime, la band romagnola esce per To Lose La Track con un cinque tracce, Mamba Nero, una via di mezzo tra un Ep e un disco vero e proprio.
Cinque ragazzi cresciuti a pane e punk (CCCP, La Quiete, Emilia paranoica docet), che fanno di rabbia, dolore e vita la loro poesia. Caustico, corrosivo come un ulcera, Mamba Nero è manifesto di un'amarezza e visceralità mai così apertamente vera. L'ombra nera dei Raein sembra abbattersi sul mood generale, più cupo e claustrofobico del passato. Enrico propone ancora una volta una scrittura lirica, criptica, apparentemente astratta, sublime nella sua poetica fatta di rapporti tormentati; "una vita astronomica" che "devi prenderla soltanto contro sole". (Astronomie) Musica deformata senza alcuna regola specifica, espressionismo ai suoi apici, nessun ritornello orecchiabile, tracce che si susseguono come carta abravisa sul metallo, un cantato che violenta ugule senza cure metriche particolari ed esterna, in pari dosi, poesia e catartico tormento. Esteti di tutto e di niente. Un flusso di coscienza che trascina istantaneamente nei suoi vortici fatti di bile, "come battere la lingua sul tamburo" (Bologna). L'idiosincrasia per la provincia, il distacco dal comune modo di vedere il mondo, autodistruzione anzichè automiglioramento, un'altissima "Tolleranza al Dolore" che carica di fardelli sempre più pesanti. La morte che giunge strisciando dal basso, atterrando coloro che svettano verso il cielo, uccidendo i sovrani dell'urbana giungla. I Distanti a "fine giornata" -con gli occhiali da mettere a un festival, non ci sono... musica come provvista in vivavoce, in mezzo alla gente.-

Il giudizio dei Distanti sulla cosidetta generazione degli anni'00 sembrerebbe ancora una volta essere cinicamente impietoso. "Devi fare le cose come se non fossero fatte per te/come se tu fossi fatto per te". (A Fine Giornata)
Una sorta di visione romantico-nichilistica che smembra poco alla volta certezze disintegrando tutto ciò che ci circonda in figure stese come in mezzo alla strada, di un nulla destabilizzante ma mai così invitante e fascinoso "prima poco di voltarci le spalle, di voltarci le spalle per davvero".

"La quantità di veleno che può essere iniettata in un solo morso a volte è gargantuesca..."

Voto: ◆◆◆◆

Label: To Lose La Track

Leggi qui la nostra prima intervista e quo la nostra seconda e ascolta qua sotto lo striming.




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