Il terzo album dell'ormai collettivo Arcade Fire consacra la band del frontman e guru Win Butler come una delle realtà più rappresentatve di quel genere che usiamo definire come indie moderno. "The Suburbs" è una sorta di concept-album che narra la condizione dell'uomo nuovo del secondo millennio, una raccolta di fiabe suburbane provenienti direttamente da qualche angolo oscuro della galassia. La title track di "The Suburbs" si presenta subito come manifesto di ciò che ascolteremo nel disco. Una ballata neodecadente scandita da un pianoforte martellante e chitarre sempre delicate, in cui violini e feedback distorti si fondono in maniera quasi matematica.
I temi che affronta Butler sono la descrizione dell'universo underground post-moderno, un viaggio in automobile tra i meandri del suburbano, tra guerriglie urbane e spiaggie caraibiche. La bellissima "Modern Man" narra le vicende di un uomo "that is going nowhere" mentre ridotto a numero attende in fila il suo destino. "Empty room" è una punk song che si apre con un assolo di violini e prosegue tra riverberi e muri sonori devastanti. Da segnalare poi la seconda canzone manifesto che non a caso si intitola "Suburban war" che narra di scontri intragenerazionali, lo stoner di "Month of May" o la profetica "Deep Blue". Insomma un trip supersonico che percorre le impervie strade della nuova società, tra crisi mondiali, terrorismo e rivolte generazionali.
I nostri eroi si muovono indisturbati tra gli abissi interpol e le melodie dei newyorkesi mgmt, musica transcontinentale a metà strada tra europa e america, sommersa negli abissi ghiacciati dell'oceano altantico. Il cantante procede sempre per la sua strada il gruppo non fa altro che seguirlo perfettamente. Il misto tra folk e new wave e gli arrangamenti orchestrali underground lo rendono un album tra i più moderni dell'anno, le tematiche che affronta potrebbero nel tempo collocarlo come manifesto generazionale.
La musica, la ribellione prendono forma di arte, come una guerra atomica riparati sull'Everest.
I temi che affronta Butler sono la descrizione dell'universo underground post-moderno, un viaggio in automobile tra i meandri del suburbano, tra guerriglie urbane e spiaggie caraibiche. La bellissima "Modern Man" narra le vicende di un uomo "that is going nowhere" mentre ridotto a numero attende in fila il suo destino. "Empty room" è una punk song che si apre con un assolo di violini e prosegue tra riverberi e muri sonori devastanti. Da segnalare poi la seconda canzone manifesto che non a caso si intitola "Suburban war" che narra di scontri intragenerazionali, lo stoner di "Month of May" o la profetica "Deep Blue". Insomma un trip supersonico che percorre le impervie strade della nuova società, tra crisi mondiali, terrorismo e rivolte generazionali.
I nostri eroi si muovono indisturbati tra gli abissi interpol e le melodie dei newyorkesi mgmt, musica transcontinentale a metà strada tra europa e america, sommersa negli abissi ghiacciati dell'oceano altantico. Il cantante procede sempre per la sua strada il gruppo non fa altro che seguirlo perfettamente. Il misto tra folk e new wave e gli arrangamenti orchestrali underground lo rendono un album tra i più moderni dell'anno, le tematiche che affronta potrebbero nel tempo collocarlo come manifesto generazionale.
La musica, la ribellione prendono forma di arte, come una guerra atomica riparati sull'Everest.
Label: Merge Records
Voto: ◆◆◆◆◇
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