Le indiscrezioni su questo nuovo lavoro, parlavano di ritorno al passato, ai primi passi di Ben. Si diceva di un disco sofferto perché dettato dalla recente separazione da Laura Dern, sua compagna per alcuni anni. Non sono abituato a riportare notizie da Novelle o Eve 3000 ma, in questo caso, mi sembrava fondamentale che la sofferenza “privata” potesse far (ri)scattare la scintilla. E poi, un disco a suo nome senza “criminali innocenti” o “i 7 implacabili”, per dare sfogo alla sua anima più soul, più black, almeno così speravo io (e non penso di essere stato il solo). Intendiamoci non posso dire che il disco sia brutto, per carità, ma certamente delude le (mie) aspettative. Speravo si potesse tornare dalle parti di WALKAWAY, WAITING ON AN ANGEL oppure di PLEASURE AND PAIN, GROUND ON DOWN. Non è, ahimè, così e forse non poteva esserlo… Ormai Ben è diventato un ottimo musicista “normale”, che continuerà a fare la musica che piace a lui, quella che piace al fan più recente, colui che ha “sbavato” per le sue ultime imprese. Purtroppo, però, ciò mal si coniuga con le aspettative del fan della prima ora, quello che ha acquistato anche la versione 4 LP del LIVE FROM MARS, quello che si commuove ancora all’ennesimo ascolto di FOREVER… GIVE TILL IT’S GONE è un disco che mescola sensazioni e generi musicali, generando solamente qualche cauta emozione e che, se vogliamo dirla tutta, a volta fa anche sbadigliare. Ad accompagnare Ben compaiono nomi di tutto rilievo. Dopo la collaborazione con il figlio di George Harrison, è la volta del Beatle “originale” Ringo Starr che lo accompagna alla batteria in SPILLING FAITH e GET THERE FROM HERE e che influenza il sound fino a farlo virare verso atmosfere Beatlesiane. Magari nei prossimi dischi sarà la volta di Sir Paul oppure di Sean o Yoko… Altro “complice” è il nostro “ fratellino anni 70”, Jackson Browne che presta la sua voce in PRAY THAT OUR LOVE SEES THE DAWN.
Questa ballata, dal titolo suggestivo anzichè no, e FEEL LOVE (…What has been lived can't be changed, but what we have lost can still be reclaimed…) costituiscono, secondo me, le vette emotive dell’intero lavoro.
Cos’altro dire? Che R’N’R IS FREE ci dà quel che ci promette il titolo risultando accademica e senza scosse. Che I WILL NOT BE BROKEN inizia dalle parti del Peter Gabriel del 4°disco, diciamo SAN JACINTO (e non lo ritengo assolutamente negativo). Cosa dite, affermazione esagerata? Beh allora rincaro: anche l’inflessione della voce di Ben si avvicina, in alcuni momenti, a quella dell’ex Genesis. Che se in uno dei suoi primi album era “in attesa di un angelo”, ora Ben attende un segno (WAITING ON A SIGN), ma si passa da una poesia ad un compitino in prosa. Il resto dei brani scorre senza grossi sussulti. Tirando le somme, il voto attribuito è sulla fiducia riposta in questo straordinario musicista e nella speranza che qualcuno più vicino di me, possa consigliargli di sedersi più spesso con la sua lap steel sulle ginocchia o di imbracciare la chitarra acustica a discapito di quella elettrica.
Label: Virgin
Voto: ◆◆◆◇◇
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