Il secondo album degli Other Lives apre un nuovo capitolo della loro carriera musicale, quella segnata dal tour come gruppo spalla dei Radiohead. Il loro sound non si avvicina, però, alla sperimentazione di Thom Yorke, se pur divagando dalla semplice etichetta di american indie rock, facendo perno su un suono orchestrale su cui fanno girare tutti gli undici brani. Si apre con 'Dark Horse' ed un accostamento con i Grizzly Bear e la loro studiata armonia è il primo riferimento possibile, tanto che è disarmante notare come ci siano delle reminescenze prog lungo tutti gli altri 10 brani. Leggendo poi le interviste al compositore Jesse Tabish, non rimane più un mistero come sia possibile essere tanto influenzati dalla propria terra, in questo caso l'Oklahoma, nel mero senso geografico del termine, quando una volta arrivati alla traccia'Dust Bowl III' si viene direttamente proiettati in un immaginario (per noi) deserto dove solo il vento è padrone incontrastato. La costante di un suono epico rivela il cd come una potenziale colonna sonora ispiratrice, un pò come nel caso del corto 'The Suburbs' per gli Arcade Fire. Non ci sono, infatti, troppi cambi d'umore tra le tracce, lasciando dei toni sommessi, anche nel dire che siamo solo dei "domatori di animali" e lasciando lungo spazio alla contemplazione, un pò come di fatto è successo alla band, che ha impiegato più di un anno per confezinare ogni singolo groviglio e sensazione. Un cd creato quindi ad hoc per creare a sua volta altri modi, che si trovano nella mente della band come in quella di ogni singolo ascoltatore, lasciando spazio all'introspezione tanto quanto alla fantasia di spazi più ampi ed infiniti.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Tbd
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