A qualche anno di distanza da "Export for Malinconique" ll Cielo di Bagdad ritorna con "Unhappy the Land where heroes are needed or LaLaLaLa,ok" e dipinge un paesaggio surreale e sfumato. La band abbandona dunque il post- rock nostalgico per proiettarci in una landa sonora che ci risveglia in positivo e che sembra incitare al rinnovamento.
"Infelice la terra che necessita di eroi", recita il titolo dell'album. E felice invece il paese ritratto in questo album.
Il Cielo di Bagdad disegnano un' Arcadia meravigliosa fra violini, scampanellii e chitarre acustiche, un posto in cui tutti vorremmo essere, un'isola di pace e gioia sonora.
"Unhappy the Land where heroes are needed or LaLaLaLa, ok" è una risposta al caos e al cinismo, una dolcissima raccolta di inni alla gioia e marcette profonde che incitano alla spinta interiore, ad un'allegra reattività dell'anima verso qualcosa di sognato, sperato e positivo.
Le 8 tracce che caratterizzano l'album sono morbidi acquerelli in musica o schizzi a carboncino più decisi, strumentalmente infatti la band si avvale di una tavolozza infinita di suoni stemperati sapientemente in modo tale da creare ambienti liquidi o netti fra violini, ritmiche marziali e cori. Caratteristica principale dell'album è una profondità sonora creata attraverso intrecci di chitarra, cimbali, e melodie che richiamano talvolta elementi tipici di differenti varietà di musica etnica.
Piedi che marciano e mani che applaudono a tempo introducono il concept già dalla prima traccia "LaLaLaLa, ok" proseguendo con un fiero crescendo il cui picco si raggiunge in "Happy Heroes", manifesto musicale di vittoria, un sorriso orgoglioso e impettito, una bandiera alzata al cielo. Notevole anche"Stop! Stop! Stop!" con il suo giro di piano sostenuto a rappresentare una sorta di grido di battaglia fanciullesco.
Immediato è il collegamento con le atmosfere sognanti ed evanescenti dei Sigur Ros ma i nostri si distinguono dalla band islandese proprio grazie ad un tappeto ritmico più scandito ed incalzante.
Il messaggio veicolato dalla band è volutamente istintivo. Ci si avvale dell'onomatopea, di urla di incoraggiamento e sillabe isolate. I Cielo di Bagdad arrivano dritti al punto comunicando su un piano emotivo piuttosto che tramite un testo cantato in maniera convenzionale. Le melodie vocali sono infatti evocative, atipiche e gradevoli. L'immaginazione regna sovrana. Il punto focale è dunque tratteggiato con lo scopo di concentrarsi attorno ad un mondo nuovo di cui siamo tutti piccoli eroi.
"Unhappy the Land where heroes are needed or LaLaLaLa, ok" è un trionfo di echi, una spinta musicale alla forza della fantasia che celebra con fierezza la gloria semplice delle nostre stesse epiche gesta. Una collezione di inni il cui messaggio principale è quello di farci sentire grandiosi, fieri e vittoriosi dipingendo spazi immensi tra le pieghe più strette della quotidianità e del conformismo. A fine ascolto si ha dunque la felice sensazione di esser stati trascinati al seguito di un Peter Pan interiore, come coraggiosi bambini sperduti su di una sonora Isola che non c'è.
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