Come approcciarsi ad un nuovo disco degli Uochi Toki? Innanzitutto bisogna prepararsi psicologicamente e fisicamente ad inglobare un fiume inarrestabile di parole e concetti non convenzionali.
L’attitudine più indicata è la medesima che si presta nell’ascoltare una coppia di professori universitari intenti nell’esposizione dettagliata di un saggio sulla "critica della ragion pura" applicata all’hip hop più sconnesso e rumoristico.
Nulla di nuovo all’orizzonte per chi ha già digerito mattoni di beat noise e testi ridondanti e ricolmi di nozioni, già esposti in abbondanza nei precedenti dischi del caustico duo noise/hip hop piemontese.
A conti fatti, “Idioti” è un compendio della cifra stilistica ormai consolidata in anni di scorribande rumoristiche detonate da Rico, su cui Napo innesta un flow sconnesso con cui dipinge immaginari paradisi alternativi, rafforzando la calce indurita nel giro di album ben più solidi e forti della novità come “Libro Audio” o “Laze Biose”, mettendone a nudo peculiarità e debolezze. Gli Uochi Toki hanno da sempre il pregio/difetto nel far sentire l’ascoltatore (ed i critici sottopagati stessi) bellamente ignoranti, degli stupidi che non riescono a comprendere il sottile confine tra serietà e presa per i fondelli.
Se questo poi, nel tempo, si consolida come cifra stilistica granitica dietro cui nascondere una mancanza d’ispirazione, tutto questo teatrino sonoro si trasforma in una debole facciata che crolla inesorabilmente dinanzi allo scorrere del tempo.
In “Idioti” non cambia nulla, resta tutto fermo a quell’ormai lontano 2003, in cui l’esordio gettò scompiglio nell’ancora sopito panorama hip hop tricolore. Ad oggi, sappiamo benissimo cosa aspettarci da un disco degli Uochi Toki, saccenza urticante (“La recensione di questo disco” sta già scatenando una rivoluzione 2.0 da parte di pseudo-critici della domenica), critica (a)sociale (“La prima posizione della nostra classifica” è uno schiaffo morale alle logiche commerciali dell’industria musicale in cui gravitano, indie o mainstream che si voglia), scioglilingua vertiginosi (“Tigre contro tigre”) e quella saggezza accademica che appartiene solo agli intellettuali, filtrata da campionatori rotti.
Roba nuova, eccitante e rivoluzionaria per chi conosce il duo dal suo passaggio alla Tempesta, ma chi è ormai avvezzo ai pesanti tomi degli Uochi Toki, “Idioti” è il solito manabile di nozioni e concetti da studiare con l’eccitante monotonia di un abecedario illustrato dell’alternative.
Label: ◆◆◆◇◇
Label: La Tempesta
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