Avete mai visto Fight Club? Sì? Come no?!?!?! Andatevelo a vedere e poi tornate a leggervi queste righe che non sapete cosa vi siete persi (magari recuperatevi anche il libro se siete veramente diligenti, che Palahniuk adesso di libri così non ne scrive più), anche gli Il Carico Dei Suoni Sospesi sarebbero d'accordo visto che alcuni dei dialoghi del film vengono messi interamente (la quarta traccia) o inseriti nel più ampio contesto di un brano (“L'Età Dell'Ansia”), e che come nel suddetto capolavoro di David Fincher la critica alla società contemporanea è tema centrale dell'intera opera.
Secondo album questo per
la band fiorentina, sicuramente caratterizzato dalla varietà
stilistica: partendo da una base crossover che rimane il tappeto
sonoro prediletto per il resto si spazia fra funk (tanto), grunge,
momenti elettronici e pure un pezzo drum'n'bass. Roba da far venire
l'acquolina alla bocca, soprattutto ai nostalgici del movimento nu
metal di fine anni 90-inizi anni 2000 con cui sonoricamente Non
Pratico Vandalismo si confronta direttamente, ma la realtà è meno
brillante della presentazione.
Innanzitutto la polemica
sociale non convince, troppo stucchevole per colpire duro nella
pancia e mal supportata da un cantato che a volte perde la tangente e
si butta in soliloqui simil-recitati di dubbio gusto (la
subsonichiana “Mondo Reale” su tutte, ma pure in “Sacha Denz”
non si scherza), anche se va dato merito di affrontare anche temi
scomodi come la bulimia-anoressia in “Di-Gestione”, piagata
purtroppo da una pausa oltre metà pezzo mal amalgamata musicalmente
con la carica rock del resto del brano. La commistione di stili è
poi solo accennata, visto che perlopiù ogni genere trova uno sfogo a
sé in alcuni brani, come il funky di “Libri”, ibridato solo nel
concitato finale, o il drum'n'bass di “Tesla D'n'B”, esplicita
già dal titolo, brani che migliorano sì la varietà del prodotto ma
che sembrano più compiti portati tecnicamente a buon fine che parti
di vera ispirazione personale: “Pensieri Tossici & Fiori Di
Bach” è un emblema dello spreco di questa ibridazione, visto che
da una matrice post grunge/nu metal vira decisamente al funky dopo
meno di metà del pezzo per non ritornare mai più sui suoi passi e
continuare su una strada che può risultare interessante solo agli
appassionati di jam session infinite. Il mix sembra riuscire meglio
in “MDMA (Carne Trita)”, complicata fin troppo ma decisamente
risollevata da ritornelli al fulmicotone, o in “Pseudocattolica”
(pure lei non immune dall'immancabile, seppur breve, rallentamento
finale), mentre la tendenza a stupire gioca un brutto scherzo a
“Condizionata”, brano rock semplice ma d'impatto che viene
incupito e rallentato all'inverosimile all'improvviso senza che se ne
riesca a cogliere un motivo valido: meglio allora limitarsi a seguire
la corrente come fanno nella malinconica e tranquilla “Re-Nata”,
dove anche i violini contribuiscono a creare un'atmosfera coesa che
si fatica a trovare altrove nei 18 brani del disco, compresi
intro-outro e citazioni cinematografiche varie (pure Trainspotting è
omaggiato nel finale).
Un disco tecnicamente
valido ma dall'ispirazione altalenante, piagato da una tendenza a
complicare le cose più di quanto è necessario qua e là, scelta che
fra l'altro non giova a risollevare il brano probabilmente peggiore
del lotto, “Aerfect” dalla noia ripetitiva che gli grava addosso
come una cappa: semplicemente per un minuto abbondante il brano
noioso che stavamo ascoltando si trasforma in un altro brano noioso
prima di tornare sui suoi passi.
Il fatto di recuperare sonorità abbastanza retrò può essere un pregio od un difetto a seconda dell'ascoltatore e su cui preferisco non esprimermi, perchè non è certo questo il particolare che rende la seconda prova discografica degli Il Carico Dei Suoni Sospesi difficilmente digeribile presa tutta assieme e poco stimolante anche a piccole dosi: asciugare, ragazzi, asciugare e lavorare di sintesi.
Il fatto di recuperare sonorità abbastanza retrò può essere un pregio od un difetto a seconda dell'ascoltatore e su cui preferisco non esprimermi, perchè non è certo questo il particolare che rende la seconda prova discografica degli Il Carico Dei Suoni Sospesi difficilmente digeribile presa tutta assieme e poco stimolante anche a piccole dosi: asciugare, ragazzi, asciugare e lavorare di sintesi.
Voto: ◆◆◇◇◇
Label: Autoproduzione
2 comments:
no no..... non sintetizzate ... c'è già troppa gente che lo fa!!!! smettiamola di vedere come qualità la categorizzazione in generi... l'italia è il terzo mondo della musica per colpa di questo tipo di visioni!!!
disco incredibile!!!
No beh la mia critica non voleva essere "sceglietevi un genere e fate quello", più ascolto qualcosa di indefinibile più son contento. Mi è sembrato solamente che ci fossero troppe cose messe a forza: non tutto quello che si vorrebbe dire deve per forza essere detto, mettiamola così. Volevo giusto fare questo appunto per non far travisare la mia critica, poi sul non essere d'accordo capisco assolutamente che manco io c'ho la verità in tasca! ;-)
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