martedì 4 dicembre 2012

The Souljazz Orchestra - Solidarity (Recensione)

Nuovo album per l'eclettico e consolidato ensemble canadese. Rispetto al precedente "Rising Sun" (2010), salta subito all'orecchio la scelta di lasciare da parte le cosmiche e spirituali influenze jazz, riconducibili a Lonnie Liston Smith e Pharoah Sanders, in favore di un rafforzamento di quella sorta di patchanka in cui uno degli elementi dominanti rimane senza dubbio l'afro-beat in alcune sue declinazioni, ovvero ethio-jazz, afro-funk e high-life (genere nato in Ghana che si è successivamente diffuso in numerosi stati dell'Africa Occidentale). Naturale, quindi, che a più riprese non sia difficile scorgere le ombre di nomi monumentali come Mulatu Astatkè e Fela Kuti. Attraversando l'atlantico verso occidente, senza che sia possibile spezzare quella corda che unisce le musiche nate dalla diaspora del popolo africano, The SoulJazz Orchestra metabolizza anche i suadenti ritmi cubani, quelli in levare del reggae giamaicano e la frenesia della samba batucada brasiliana. Album dall'approccio combattivo sin dalla copertina, "Solidarity" si caratterizza per i suoi testi improntati sulle rivendicazioni sociali e politiche, istanze portate avanti da una chiara e netta posizione anti-imperialista di stampo terzomondista. "Ya Basta", ad esempio, sin dal titolo non può che ricordare la parola d'ordine lanciata sul finire dello scorso millennio dagli Zapatisti dell'EZLN, mentre "Serve and Protect" richiama esplicitamente alla satira feroce utilizzata da Fela Kuti nei suoi attacchi alle varie manifestazioni locali e globali dell'imperialismo. E ancora, "Conquering Lion(con un incedere che ricorda inevitabilmente Mulatu Astatkè) è uno dei nomi del Leone di Judah, ovvero il simbolo di fierezza ed indipendenza culturale in prima istanza del popolo etiope, per il quale Haile Selassie I ne sarebbe l'incarnazione, e successivamente di quello giamaicano. Altra icona entrata di diritto nell'immaginario collettivo, Bob Marley viene invece omaggiato in "Jericho".

Insomma, The Souljazz Orchestra conferma una convinta e convincente vocazione musicale 'globale', fortemente contraddistinta da una schietta consapevolezza politica, che pone la band su di un percorso che idealmente li affianca ai 'cugini' Antibalas, un cammino nel quale rimane però doveroso ricordare l'imprescindibile contributo dato dalla Mano Negra ormai molti anni fa.
Stay aware.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Strut Records


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