Ho cominciato ad ascoltare questi 4 pezzi dei Voina Hen senza sapere niente di loro, né la provenienza né il genere né il numero di scarpe. Mi fa specie quindi, dopo una buona dose di ascolti, vedere l'etichetta post-grunge associata al loro nome, ben più dell'attitudine punk che altrettanto viene loro cucita addosso nei comunicati stampa e che ha un minimo senso in alcuni punti dell' Ep Finta Di Niente, secondo lavoro della band abruzzese (ora lo so di dove sono!) dopo un omonimo album. Detto che 4 brani sono pochi per poter giudicare un gruppo e che la definizione post-grunge io l'ho sempre letta come commento denigratorio c'è da dire che di nineties i Voina Hen hanno ben poco, al massimo qualche riflesso del riflesso, tipo avere atmosfere che in qualche punto rimandano ai Verdena più riflessivi di inizio carriera.
Non è il caso però di
“Algeria”, il brano con cui si apre il disco. Un ritmo tutto
sommato abbastanza contenuto e senza sobbalzi viene nobilitato da un
cantato nervoso e da una chitarra dai saltuari accenni indie, e pur
non essendo un capolavoro riesce ad incuriosire e a mantenere alta
l'attenzione fino al passaggio alle atmosfere più rarefatte (ma
senza esagerare) di “Le Pietre”. Il ritmo rallenta ancora un
poco, la voce resta nervosa ma i ritornelli si fanno veicolo di
emozioni nostalgiche, e la cifra stilistica se proprio si deve fare
un paragone si può accomunare senza andare lontani né
cronologicamente né geograficamente ad alcune cose dei Cosmetic. Di
tutt'altra pasta la title track, veloce, potente e con qualche
influsso post-hardcore che dà un ottimo sapore al risultato finale:
sicuramente il brano più azzeccato, utile anche a giustificare un
minimo l'attitudine punk sbandierata fieramente. “Summer On A
Solitary Beach” del maestro Battiato chiude invece con atmosfere nuovamente nostalgiche,
anche se le emozioni qui vengono veicolate in maniera cupa,
complice un basso più presente ed arpeggi di chitarra efficaci da
disagio contenuto.
Un ascolto piacevole
questi 15 minuti scarsi passati in compagnia dei Voina Hen, troppo
pochi però per poter dare un giudizio definitivo su una band
comunque emotivamente interessante. La vena più tranquilla funziona
meglio in “Le Pietre” che nella traccia conclusiva, ed il rischio
per il futuro è quello di non riuscire a veicolare le emozioni alla
stessa maniera in cui ci riescono qui: sarà utile sicuramente
insistere nel solco nervoso di “Finta Di Niente”, l'alternanza di
atmosfere è un punto a favore di cui già si può fregiare questo
piccolo e veloce assaggio, oltretutto in free download qui.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Autoproduzione
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