Francesco Martinelli e
Francesco Monaci sono due musicisti che vengono da esperienze sonore
diverse, l'uno dal rock diretto dai testi pungenti ed arzigogolati
dei Dondolaluva (di cui è cantante e bassista) e l'altro dal
progetto con venature molto più armoniose ed elettroniche dei
Liberal Carme (in cui è chitarrista). Non è quindi il linguaggio
musicale la prima cosa che li ha accomunati, bensì la provenienza
geografica, quel monte Amiata situato nel sud della Toscana che a
quanto pare di gruppi interessanti ne sforna parecchi. I due
Francesco hanno così deciso di unire le forze e, armati di santa
pazienza per superare vari problemi logistici, hanno cercato di
mischiare la penna di Martinelli (che qui ci mette i testi) e la
musica di Monaci (che fa il resto), riuscendo a trovare una via che
diverge da quanto fatto sia dall'uno che dall'altro, pur lasciando
qualche margine di riconoscibilità coi rispettivi progetti. Nascono
così i Francevskij.
La scelta di aprire il
disco con “Ultimo Piano”, esperimento reading dal testo criptico
e dalla recitazione poco intensa, non è delle migliori, e forse
anche per questo Ora Ora ci mette un po' a carburare nelle mie
orecchie. Le atmosfere elettroniche raffinate e vagamente eighties
della seguente “Scrivere D'Altro” alzano di poco l'asticella, ma
testo e musica si rivelano troppo ripetitivi per non stancare negli
oltre 5 minuti del brano, così tocca ad “Augurio” ed alla sua
indole maggiormente rock dai toni post-hardcore alla Sparta
cominciare a far drizzare le antenne. Quello che frena un po' il
progetto è la voce, monotona in troppi casi, ma nel momento in cui i
testi si fanno più interessanti è tutto l'insieme a guadagnarne
esponenzialmente. Così dall'intensa e sofferta “A Proposito Di Te”
e, soprattutto, dalla più lieve ed ironica “Vola Vola” si
comincia a prestare maggiore attenzione, l'orecchio si fa catturare
da frasi quali 'Volano sconfitte talmente piccole che sembrano
minori, così diffuse e collettive che ci muori', o 'Volano sassi che
usi solo per nascondere la mano, e nonostante tu non faccia passi
avanti li lanci in modo da arrivare più lontano' (entrambi estratti
della seconda, sicuramente il pezzo migliore del disco). Il livello
rimane alto fino alla fine: “Pietà” ha un sound abbastanza
minimale e coinvolgente su cui forse, più che nella traccia
iniziale, non sarebbe sembrato azzardato adagiare un testo parlato
che avrebbe fatto molto Offlaga Disco Pax, “Cristoforo Colombo” è
solare e rarefatta e si adegua perfettamente ad un testo a tratti
poetico (azzeccatissimo il finale con gli archi), “Passatempo”
chiude il disco con tastiera e diapason a prendersi la scena
costruendo un'atmosfera gioiosa e vitale su cui la voce di Francesco
Monaci riesce ad essere più efficace che altrove.
Ci è voluto un anno e
mezzo ad Ora Ora per vedere la luce, fra problemi logistici, di
mezzi, testi dispersi e normali momenti di divergenza artistica,
tutto segnalato dai due autori nel sito ufficiale da cui questi 8
brani possono essere scaricati gratuitamente. 8 pezzi che prendono
piano piano, non perfetti ma capaci di suscitare emozioni e
riflessioni come la buona musica dovrebbe fare (e a volte fa). Una
maggiore convinzione nel cantato avrebbe elevato il progetto
Francevskij al di sopra del voto che vedrete a fondo pagina, ma mi
piace sperare che il collettivo dei Francesco del monte Amiata possa
decidere in futuro di unire le forze nuovamente per dare un seguito a
questo interessante progetto. Nel frattempo collegatevi al loro sito
(http://www.francevskij.com)
e scaricatevelo, poi mi direte cosa ne pensate.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: autoproduzione
0 comments:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.