Se a fine ascolto di questo superbo debutto dei
fiorentini Neko At Stella, vi
sentite appiccicati di sabbia desertica bocca e capelli non fateci caso più del
dovuto, è solamente l’onda d’urto di questo duo – Jacopo Massangioli e Glauco
Boato – che nel loro senza titolo di undici tracce stravolgono i canoni
della psichedelica bluastra almeno nei percorsi consueti dell’underground
nostrano, la loro è un’energia elettrica dalle infinite scremature dirty blues
poco adoperate – meno male – nei gironi dell’emergenza e che nel complesso di
un ascolto attento e rapito già possono essere stimati a rialzo, se non altro
per la ricchezza – per essere un duo – dei timbri e delle straordinarie doti di
far prendere fuoco a stretto giro d’orecchio.
Mixato da Matt Bordin dei Mojomatics, il registrato gode
e fa godere di buoni bridges elettrici, visionarietà alla The The e un muro di suono non
indifferente, psichedelica e flash watt esuberanti, ben gestiti e con la
peculiarietà di non affossare il cantato, tutto ha il suo spazio vitale, ogni
cosa sonica al suo posto d’ordinanza tanto che questa tracklist non annoia
minimamente, prende per la collottola e ti obbliga a percorrere i suoi
tracciati fino alla fine; chitarra, voce e batteria che fanno cassa di
risonanza come se la band fosse composta da dieci componenti, un impatto che
coinvolge tra sferzate e carezze agrodolci, e che alla fine dei giochi ti
lascia quell’affanno disumano a prendere il telecomando e violentare il cerchietto rosso del repeat.
Anche un disco che
arriva per riportare il livello della scena sonora di primo pelo in alto oltre
limite, tracce che cavalcano da una parte ballate dondolanti come il gospel
drunken che esercita passione in “Like flowers”, l’instabilità drogata che circola
tra le nebbie velenose di slide “Drop the bomb", ex terminate them all” o nella
turbolenza melodica che riga “Small place”, mentre dall’altro versante la
piricità innescata esplode tra le orme Kyussiane
“As loud us hell”, dietro le psichedelie svenate di “Disillusion” come nelle
sgasate a manetta di un motorino che contrasta con il nuvoloso prepotente e
carboidratico rock’n’roll blues nevrastenico e maledetto “Come back blues”.
Niente riempitivi, nessun stallo sonoro, tutto nella propria casella interpretativa
e tutto preparato per stupire alla prima botta, i Neko At Stella conquistano un
primo status che non è altro che una prima dignità incalzante per fare breccia negli ascolti
multipli, il loro sound gira a meraviglia e quella sabbia che troviamo in bocca
e nei capelli consideriamola null’altro che una piccola benedizione laica che
ci ha fatto una bella sorpresa sonica.
Ce ne fossero di questi
NAS da gustare, altro che frodi alimentari in giro!!!
Voto:
Label: Dischi Soviet Studio
2 comments:
Dov' è scritto chi ha suonato la batteria nel disco e realizzato i pezzi insieme a boato? Non è stato jacopo.
E' scritto sul cd...
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