Quando è nata la corrente emocore
italiana? C'è chi dice coi Fine Before You Came, chi guarda a numi
tutelari esteri, chi dice chissenefrega. E io, che ne so ben poco, mi
aggrego a questi ultimi per comodità, anche perchè son qui a
parlare dell'ultimo disco dei Do Nascimiento e non per fare le pulci
alla storia di un genere di cui, escludendo vita morte e miracoli dei
Gazebo Penguins, so troppo poco per potermi definire anche solo
lontanamente un esperto. Proprio attraverso la band di Correggio e
dintorni sono venuto a conoscenza di questi quattro ragazzi liguri,
visto che hanno condiviso (anche con i Verme) spazio musicale nello
Splittone Paura uscito un tot di anni fa, un legame dimostrato anche
dall'uscita (in “coabitazione” con la Flying Kids Records) per To
Lose La Track.
Chiariamo subito una cosa:
Giorgio, coi suoi soli 12 minuti di durata, non porta nessuna
particolare novità né nel mondo della musica né tantomeno
all'interno del genere di riferimento. Brani corti appena al di sopra
dei due minuti e, nel caso dell'iniziale “Vecchio”, anche al di
sotto, tematiche fra l'ironico ed il nostalgico, incroci di chitarre
accattivanti, ritmo perlopiù indiavolato, urla e arrangiamenti
convulsi. Capita anche che si rallenti, e “Fiato” da questo punto
di vista mostra un lato inedito della band: malinconia canaglia,
bicchieri che sbattono, un giro di chitarra semplice ma efficace,
pochi elementi in aggiunta e più voci che raccontano che, per quanto
“mi manchi come l'estathè a colazione, se rinuncio a tutto questo
io non lo devo a te”. Senza troppi sentimentalismi, con il tono di
chi non si prende troppo sul serio, e forse proprio per questo
funziona così bene.
Se “Fiato” mostra qualcosa di
curioso ed inedito, sono solo pochi gli elementi che nei restanti 5
brani riescono a far alzare il sopracciglio più del necessario.
Interessante la pausa strumentale che si insinua a metà di
“Chiromante” e che accompagna poi il brano ed il disco alla sua
naturale conclusione, ottima la capacità di coniugare in modo
efficace vari cambi di ritmo all'interno dei soli 70 secondi di
durata dell'iniziale “Vecchio”, divertente il finale ad urla
sguaiate da ubriaconi sul lungomare di Finale Ligure di “Estate”...e
poco altro. Poco per elevarli al di sopra della massa, sia chiaro,
perchè Giorgio rimane comunque un ascolto piacevole ma fin troppo
prevedibile, incapace di fare breccia nelle orecchie a lungo. O
almeno nelle mie.
Tanta energia e una produzione ben
fatta, canzoni orecchiabili e testi con un giusto mix di profondità
e goliardia. Tutto molto bello, ma anche già sentito: per quanto i
Do Nascimiento non trovino, e magari non cerchino neanche, strade
nuove per rendere il loro sound riconoscibile da tutti Giorgio
rappresenta comunque un piacevole ascolto, l'ideale per chi il genere
lo ama e la kryptonite per chi, come il mio bassista ad esempio,
farebbe un falò di tutti i dischi della scena. Io non concordo con
lui, ma temo che questi sei pezzi dei Do Nascimiento (attenzione, nel
vinile c'è un lato B, chiamato “Lampino” in onore di una delle
gag involontarie più famose di Luca Giurato, con un'infornata di
brani vecchi e sparsi qua e là) non gireranno a lungo nella playlist
del mio computer/cellulare/lettore mp3.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Flying Kids Records/ To
Lose La Track
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