Per la grande guerra, il fuggitivo si fece coraggio.
Cavia
del tempo, si preparò ad affrontar l’inverno come cercatore di stelle, nell’estate
col fumo nero dai camini: era il 24 VII 1914.
Ma ABBIAMO TUTTI PERSO.
Tu prova ad avere un mondo nel cuore e a gridarlo, non ci riesci mica.
Mi perdonerà Faber per la reinterpretazione, ma era necessaria quanto appropriata per dare
l’idea della piccola, grande impresa che questo disco di sole sei tracce
rappresenta.
L’impresa sta nel gridare dignitosamente e senza invadenza alcuna, un vomito di
emozioni e di immagini che storicamente hanno segnato tutti, e di cui quotidianamente
ne portiamo il fardello.
Un flusso di coscienza breve ed intensissimo che si prolunga per meno di 10
minuti ma che scorre trascinando con sé tutto: ricordi, odori, percezioni,
sangue, sogni, polvere, impronte.
Un flashback che perdura, un film in loop da guardare legati alla poltrona,
tipo La Cura Ludovico, senza popcorn, ad audio altissimo.
Il risultato è che, una volta terminata la visione, coi titoli di coda, tra
fuoco e ferite, si arriva all’amara conclusione, seppur sostenuta dalla speranza
onirica da rispolverare: ABBIAMO TUTTI PERSO, siamo tutti macerie da
ricostruire, cavie in gabbia con un cuore, che però, ancora batte. E si sente.
PUNK HARD-CORE, SBRAITO-CORE da Ancona, sincero.
C’è realismo in questo disco, e una drammaticità alla Brecht.
C’è realismo in questo disco, e una drammaticità alla Brecht.
Il
potere del DIY in un cofanetto che si presenta per altro benissimo, con l’artwork
curato da Elzevira, una
garanzia nel tratto e nell’impatto visivo, già appurata con l’edizione limitata
in 7’’dell’Australian Tour 2010 by Un Quarto Morto (tanto per fare un esempio). Impeccabile,
opportuna, mai banale.
YO SBRAITO è tutto questo:
quattro ragazzotti, a cui se ne aggiunge un quinto munito di basso, che
raggiungono la maturità musicale in quattro anni (since 2010). E lo fanno
camminando sulla sottile linea della storia, in bilico tra passato, presente e
un futuro che richiede immensa forza, la stessa delle corde vocali di Davide, con
estrema attenzione a non far altri passi nel vuoto sempre pronto ad
improvvisarsi buco nero vorticoso.
Ascolto consigliatissimo, chè a legger un libro di storia non riuscireste a
provar tante emozioni.
Lontanissimo dalla banalità è un disco interessante, non è leggero ma non appesantisce
dopo il play.
La guerra lampo della vita, tra disillusione e rabbia di rivalsa, si combatte a SUON DI SUONI.
La guerra lampo della vita, tra disillusione e rabbia di rivalsa, si combatte a SUON DI SUONI.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Blessedhands records
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